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Capello su Ibrahimovic: “Ha lavorato per diventare più forte degli altri”

Fabio Capello

L’allenatore ha parlato dell’arrivo di Ibrahimovic in Italia e del suo lavoro costante per diventare il più forte di tutti.

Redazione Il Milanista

Ieri sera Ibrahimovic ha presentato il suo nuovo libro “Adrenalina” alla Triennale di Milano. Tra gli ospiti presenti sul palco c’era anche Fabio Capello. È stato proprio l’allenatore a spiegare ad Ibra il calcio italiano, quando giunse alla Juventus nel 2004. Capello racconta di aver visto da subito le qualità dello svedese: "Lui giocava per fare i numeri, come al circo. Poi si è accorto che doveva fare gol, per vincere bisogna fare gol e non l’aveva ancora capito. Quando è arrivato alla Juve è stato un colpo di fortuna, l’ho incontrato nel pre-campionato. Andai da Moggi e Giraudo e gli dissi di prenderlo. C’era un ottimo rapporto tra Raiola e la Juve, si è poi dimostrato subito l’ottimo giocatore che pensavamo che fosse”.

Continua: “Gli dicevo che aveva i piedi di legno, si fermava a calciare e lo abbiamo corretto un po’. Aveva capito che stava migliorando e tutti i giorni, anche se ogni tanto lo richiamavo, ha continuato a lavorare ed è diventato quello che è diventato. Aveva grande competitività alla Juve, ha visto il livello alto della squadra e ha pensato di dover diventare meglio degli altri. E ci è riuscito. Quello che ha fatto dopo è la dimostrazione che bisogna avere voglia di migliorarsi".

L’allenatore racconta delle raccomandazioni del suo procuratore sportivo: "Raiola diceva: 'Occhio che rompe le mani ai portieri'. Gli ho risposto: 'Fino ad oggi ha rotto solo i cristalli in palestra' (ride, ndr)". Capello conclude dicendo cosa può fare Ibrahimovic una volta appesi gli scarpini al chiodo: "Da allenatore sarebbe sprecato. Forse un manager all’inglese. Ferguson non allenava, ma decideva tutto quanto. Ibra ha la qualità e la credibilità per farlo. Penso che qualcosa di calcio capisca".