Mattia Caldara ha rilasciato una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio. Il difensore del Milan, in prestito al Venezia, ha parlato del suo primo infortunio con i rossoneri: "Il primo infortunio al tendine d’Achille non me l’aspettavo. Non avevo sensazioni particolari, quando mi sono fatto male ho sentito una forte fitta e pensavo che qualcuno mi avesse dato un calcio da dietro. Poi mi sono girato e dietro non c’era nessuno. Allora lì è stata la prima vera botta mentale, perché ho capito che non era una cosa da poco. Fino all’ultimo non sapevano se farmi l’operazione perché il tendine era rimasto attaccato per il 10%. Dopo 4-5 mesi ho iniziato a star bene. Ho fatto la partita di Coppa Italia contro la Lazio e giocando mi sentivo sempre meglio”.
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Caldara: “Ho pensato di smettere. Il primo infortunio al Milan un calvario”
Il difensore rossonero ha parlato degli infortuni avuti negli ultimi anni. Ha pensato di smettere di giocare.
Sul secondo infortunio: "Mi sono detto: “Forse ci siamo”. Faccio la settimana di allenamento prima della partita col Torino e lì in un contrasto con un mio compagno mi sono rotto crociato e collaterale. Mentalmente è stato come se mi avesse colpito un qualcosa davvero brutto, perché dentro di me sentivo che ormai stavo bene, non sentivo più niente al tendine d’Achille. Mancava davvero poco. È stata ancora più dura della prima. C’è voluto qualche giorno prima di realizzare che mi sarei fatto un’altra mezza stagione fuori. Sono andato a Roma nei primi mesi per la riabilitazione, poi sono rientrato a Milano a settembre. Ci volevano però altri due mesi e fino a novembre ho fatto allenamento a parte”.
Su Pioli: “Era periodo di Giampaolo, che non ho mai vissuto perché è arrivato Pioli: in uno dei primi allenamenti con lui ho iniziato ad andare in gruppo. Ho fatto alcuni allenamenti con loro, stavo abbastanza bene. Mai con la sensazione del ginocchio perfettamente recuperato, ma mi dicevo che se fossi riuscito ad allenarmi con continuità mi sarebbe passato. Ho fatto un paio di amichevoli con la Primavera e sentivo che non stavo bene, che avevo ancora bisogno di tempo probabilmente. A gennaio ho parlato con il mister e mi ha detto di avere ancora un po’ di pazienza”.
Sull’arrivo all'Atalanta: "Ho avuto la possibilità di tornare a Bergamo. Ho pensato che, conoscendo già il loro gioco, avrei fatto prima a recuperare, anche a livello mentale. Così ho deciso di tornare a Bergamo. Il Milan mi ha dato la possibilità di andare a giocare, anche secondo loro era la cosa migliore per recuperare la testa. Ho giocato contro la Fiorentina, la prima partita ufficiale dopo che mi ero fatto male. Ho fatto settanta minuti e ho pensato che fosse andata bene. Poi ho fatto altre due partite e stavo iniziando a prendere il ritmo. È arrivata la partita contro il Valencia a San Siro: non dovevo giocare, ma sono partito dall’inizio. È il ricordo più bello che ho dopo l’infortunio: ho giocato 70 minuti in un quarto di finale di Champions League e abbiamo vinto”.
Nuovi problemi: “Poi c’è stato il lockdown. Quando siamo rientrati ho avuto un altro problema al tendine rotuleo del ginocchio, e anche lì è stata dura. È cominciato dentro di me uno studio, perché non è possibile a 26 anni aver avuto così tanti infortuni. Ho cominciato a cambiare un po’ abitudini, anche quello che mangiavo. Ho provato a mangiare più verdura e ho cominciato a pensare di dover cambiare qualcosa. Così non potevo andare avanti, non era possibile. O geneticamente ero una mezza cartuccia o c’era qualcosa che non andava”.
Sul passaggio al Venezia: “Quando ho avuto la possibilità di venire qua a Venezia, sono venuti addirittura il mister e il direttore a parlarmi. È stata la scintilla che mi mancava, perché probabilmente neanche io avevo fiducia in me stesso. Da quando sono qui sono un’altra persona. Sono molto più sereno, torno a casa felice perché riesco ad allenarmi bene e gioco tutte le partite. Anche io sento che è cambiato qualcosa”.
Hai mai pensato di smettere?: “C’è stato un mezzo secondo in cui ho pensato di smettere. Mi sentivo limitato. C’è stato mezzo secondo che l’ho pensato, ma mi sono detto che non potevo mollare. Mi sono detto che dovevo fare io qualcosa in più per poter allontanare questa nebbia che avevo in testa. E infatti fortunatamente è stato così”. Ma parlando di mercato, accelerazione improvvisa: "Trattativa avanzatissima!"<<<
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