L’allenatore Roberto Breda, mister di Nicolò Zaniolo ai tempi della Virtus Entella, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di MilanNews.it. Ecco le sue dichiarazioni sul giocatore monitorato dal Milan:
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Breda: “Ho visto crescere Zaniolo. Per lui il Milan sarebbe ideale”
Se Zaniolo è il giocatore che manca al Milan: “È un calciatore con ampi margini di miglioramento che è riuscito ad affermarsi nonostante i tanti infortuni che ha avuto. L’ho visto crescere, ha le caratteristiche giuste, può essere impiegato da esterno o da mezza punta e penso che possa collocarsi perfettamente in uno scacchiere collaudato come quello rossonero”.
Cosa potrebbe dare ai rossoneri: “Anzitutto un ventaglio di soluzioni decisamente maggiori. Poi, vista la giovanissima età, può garantire un livello importante di prospettiva e allo stesso tempo un arricchimento qualitativo di una rosa reduce dalla vittoria dello Scudetto che vuole alzare ancora la sua asticella”.
Se merita una ribalta in Champions League: “Decisamente. Uno come lui deve sempre provare ad alzare step e asticella. Un giocatore come Zaniolo ha tutto per confrontarsi ai massimi livelli, ne potrà trarre sicuramente giovamento”.
Se gli consiglierebbe di andare al Milan: “Come faccio a non consigliarglielo? La Roma è una grande società con un tecnico come Josè Mourinho che non ha bisogno di presentazioni. Il Milan, però, è la squadra Campione d’Italia con una storia che parla da sola e con la voglia di tornare a primeggiare anche in Europa. Oltretutto con l’avvento della nuova proprietà, in modo positivo, diventa un’incognita perché potrebbero aprirsi scenari molto interessanti. Vedrei bene un passaggio di Nicolò a Milano”.
Su Zaniolo a 17 anni: “Era la stagione 2016-2017, era stato appena aggregato in prima squadra, ma aveva una personalità pazzesca. Nonostante fosse un silenzioso, perché quando arrivi tra i più grandi devi esserlo per forza, si capiva che aveva le idee molto chiare. Era forte nelle scelte, sapeva mettersi in gioco. Poi, con il tempo, si è sgrezzato ed è diventato il calciatore che è oggi. Ci tengo a dire che quando, così giovane, vieni mandato in campo non è per un favore o per simpatia. Se in quel momento lo scelsi è perché intravidi subito le enormi qualità di cui era in possesso”.
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