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Sandro Tonali e Lorenzo Insigne
In vista del big match di domenica sera tra Milan e Napoli il portale MilanNews.it ha intervistato Giuseppe Incocciati, doppio ex del match. Ecco le sue parole:
Siamo quasi a metà campionato e troviamo il Milan a 39 punti secondo in classifica: siamo in linea con le aspettative? - “Sì, ci mancherebbe altro. Il progetto di crescita va avanti. Quello che è stato fatto finora è lodevole, anche se è difficile vincere. C’è competitività, alla fine vince solo una squadra. Ma credo che il Milan si sia già fatto la bocca l’anno scorso con il girone d’andata. Quest’anno la situazione è simile: l’Inter che macina punti e torna in testa alla classifica, è un campionato avvincente come non mai. Le quattro squadre che sono in alto in classifica da qui alla fine daranno vita ad un campionato interessante, bello da vedere e seguire. Non c’è più l’egemonia della Juventus, si è tornati alla normalità. Tra le quattro squadre al vertice non ce n’è una che possa sembrare superiore alle altre, se la battono con grande equilibrio”.
È la settimana di Milan-Napoli, sicuramente non una partita qualunque anche per lei. Che sfida sarà? - “Una partita importante, contando anche che l’Inter ha un impegno sulla carta notevolmente più semplice e potrebbe allungare sulla squadra che poi dovesse perdere questo incontro. Anche il pareggio potrebbe essere non soddisfacente, sarà una gara importante. Le due squadre dovranno dar sfoggio alle loro migliori qualità in un momento di condizione fisica che non sorride né all’una né all’altra. Siamo in un momento in cui si evince un po’ di stanchezza, sia Milan che Napoli devono tenere conto anche di questo aspetto qui. Quindi è tutto da vedere”.
Quanto crede abbia influito la situazione infortuni in questo calo di forma del Milan? - “È un periodo molto particolare, le squadre sono state impegnate in tanti incontri che hanno sicuramente condizionato l’aspetto fisico mentale e dei calciatori. Si gioca troppo. Sono d’accordo con chi dice che si gioca troppo, ci sono tante partite ravvicinate. Poi ci sono squadre che possono essere più fortunate ed altre meno, però chiaramente bisogna farci i conti. Per questo le rose devono essere concrete, strutturate e pronte per reggere questi momenti. Quindi certo che condiziona, condiziona gli equilibri. Per trovare gli equilibri in una squadra ci vuole tantissimo, ci vuole poco invece a dare dei disordini: magari alcuni elementi non hanno determinate caratteristiche che si sposano bene in quel momento e la squadra soffre la mancanza di punti di riferimento. Ad esempio Kessié in questo momento mi sembra la controfigura di quello che abbiamo visto fino all’anno scorso. In questo momento mi sembra che stia soffrendo, e con lui anche un po’ la squadra. Però il Milan è comunque ad un punto dall’Inter, non credo che serva dare allarmismi particolari: bisogna pensare domenica per domenica, soprattutto a quella che arriva”.
Per un Kessie che non è al meglio invece c’è un Tonali che brilla. Se lo aspettava già così leader di questo Milan dopo le difficoltà riscontrate nella passata stagione? - “No, non me lo aspettavo perché ha sfoggiato quello che l’anno scorso teneva nascosto. Lo ritenevo un giocatore un po’ mono nota, invece è forte ed ha delle ripartenze e degli allunghi, sia in fase di recupero che con la palla al piede, straordinari. Credo che abbia delle qualità fisiche, di potenza muscolare, che fino ad oggi aveva tenuto nascoste. Finalmente le ha tirate fuori. Ora vede il gioco, è giovane ed è maturato. È un giocatore che anche per qualità tecniche è tra i migliori. Qualche mese fa sembrava non avere queste caratteristiche, invece le ha tirate fuori e ne sono contento. Evidentemente si è liberato anche dal peso della maglia e della pressione di San Siro. Un conto è giocare nel Brescia, un altro a San Siro: io ne so qualcosa. Ha reagito bene”.
Ibra a 40 anni è ancora capace di prodezze come quella contro l’Udinese, punterebbe ancora su di lui? - “Da una parte si è anche meravigliati per quello che fa a quarant’anni e che possa essere ancora determinante e fastidioso per le difese avversarie grazie anche alla sua personalità in campo. Nel gioco del calcio ci vogliono questi personaggi con personalità altrimenti sembrerebbero tutti dei robot che corrono allo stesso modo, che passano la palla indietro senza prendersi responsabilità: Zlatan è un giocatore di alto livello. Dall’altra parte, nostalgicamente, devo riconoscere che qualche anno fa questa cosa non sarebbe stata possibile. I difensori evidentemente avevano un’altra caratura, avevano un altro atteggiamento delle marcature. A persone che avevano raggiunto una certa età, diciamo saggia, non venivano concessi spazi anche se si chiamavano Falcao, Zico, Platini e Maradona. Ibra sta facendo bene ed evidentemente è anche aiutato da ciò che è un sistema difensivo generale che lascia il tempo che trova”.
A bruciapelo, domenica chi vince? Milan o Napoli? - “Io sono uno dei tre giocatori che fino ad oggi, nella storia di questo incontro, ha realizzato una rete al Napoli quando giocavo nel Milan e una al Milan quando giocavo nel Napoli: gli altri due sono Luciano Chiarugi e Josè Altafini. Perché dico questo? Perché sono stato equo nella mia carriera (ride, ndr) e sarò equo anche qui: vinca il migliore, ma se pareggiano a me andrebbe bene. Agli altri magari no, a me sì”
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