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Gigio Donnarumma
MILANO - L'ex attaccante del Milan Giuseppe Incocciati è intervenuto ai microfoni di MilanNews.it. Ecco le sue parole:
Imperversa il caso Donnarumma. Che idea si è fatto sulla questione? - "Il giocatore è indiscutibilmente di grandissimo valore, quindi avrà delle proposte allettanti. Difficile, da parte del Milan, gestire la cosa. Purtroppo, come accade da qualche generazione a questa parte, prevale il discorso economico, che va al di là dell’attaccamento, cosa che esisteva diversi anni fa".
Il Milan ha messo sul piatto un contratto da 8 milioni all’anno - "Bisognerebbe sapere - cosa che non so - quali altri sirene si sono presentate e con quali potenzialità. Sinceramente non sono attratto da questi discorsi sì calcistici, ma che non appartengono alla vera essenza di questo gioco. Mi piace di più dare pareri su ciò che effettivamente accade in campo".
Ecco, dal punto di vista tecnico, sarebbe difficile sostituire un campione come Donnaumma. È d’accordo? - "E chi l’ha detto? Riconoscendo ovviamente il valore del ragazzo, la storia del calcio ci insegna che i calciatori sono tutti importanti, ma nessuno è indispensabile. Credo che il Milan, proprio perché offre delle cifre importantissime a Donnarumma, abbia sicuramente la forza per andare ad assicurarsi, semmai dovesse andare via Gigio, un portiere di tutto rispetto. Insomma, non griderei al lupo, al lupo!".
Cambiamo argomento: mister, lei a che età ha appeso gli scarpini al chiodo? - "Ho smesso di giocare a 33 anni...".
Vedendo Ibrahimovic fare certe cose a 39 anni, le viene il rammarico di non aver continuato? - "È tutto relazionato alle possibilità che uno ha. Io ho giocato con i più grandi calciatori della storia - tra cui Diego Armando Maradona, che è stato mio compagno di squadra - e nel momento in cui dovevo scegliere di scendere di categoria per mantenere quella passione per il calcio che ho ancora oggi, ho ritenuto opportuno smettere. Credo di avere avuto tanto, mi sono fermato nel momento in cui la luce cominciava a spegnersi. Ibrahimovic è riuscito, grazie anche al suo fisico, a mantenere un livello accettabile per stare in campo ad alti livelli e ha fatto bene a proseguire. Poi si è anche riposato in America per qualche anno. Ma anche lui deve fare i conti con la carta d’identità, e già da un po’ si comincia a vedere questo aspetto".
Eppure ha deciso di tornare anche in nazionale. Se l’aspettava? - "Rispondo con una battuta che mi fece il mio amico Glenn Strömberg quando giocavo nell’Atalanta. Io ero giovanissimo, mi disse: “Se tu fossi nato in Svezia avresti fatto il capitano della nazionale per quindici anni”. Ovviamente scherzava (sorride). Nessuno pretende dalla Svezia, parlando di ritmi e quant'altro, quello che viene chiesto ad altre nazionali più blasonate, che sono spinte a vincere e quindi hanno la necessità di avere giocatori freschi in campo".
Zlatan avrebbe potuto riposare durante la sosta. Questo surplus di impegni potrebbe nuocere al Milan? - "Quello che conta, al di là del riposo, è il fatto che Ibrahimovic, quando è in campo, desta sempre preoccupazioni agli avversari. È un calciatore di grande personalità, ed è quello che è sempre mancato al Milan: bravi giocatori ma con scarsa personalità. Nel momento in cui è arrivato Ibra abbiamo visto tutti come sono andate le cose. Bisogna certamente monitorare quelle che sono le sue energie e la sua presenza in campo, però direi che, anche in condizioni non ottimali, garantisce sempre spunti importanti. Sono certo che Pioli terrà conto di questo".
Da un giocatore esperto a un giovane: cosa succede a Tonali? - "Nel settore giovanile rossonero - io sono cresciuto lì - ci hanno sempre insegnato che indossare la maglia del Milan ha un peso fortissimo. Questa è una problematica che bisogna affrontare: non si può pensare che indossare questa maglia sia come indossare quella dell’Atalanta o del Brescia, senza nulla togliere a queste squadre. La maglia rossonera pesa e si creano molte aspettative. Tonali deve darsi una svegliata, se è questo il suo problema. Giocare per il Milan non deve innervosirlo, anzi, lo deve stimolare a migliorare. È ancora giovane e ha buone prospettive, ma deve essere bravo a non subire il peso della maglia".
Milan ancora in corsa per lo Scudetto: è credibile? - "Credo che il Milan conosca le sue potenzialità e spera sicuramente di poter vincere lo Scudetto. Ed è una speranza in linea con quanto fatto fino a oggi. Ma i rossoneri sanno pure che, di fronte a questa loro aspettativa, hanno una squadra come l’Inter che, in questo momento, è potenzialmente più forte. L’ultima vittoria a Firenze, comunque, ha dimostrato che il Milan può spingere sui pedali fino alla fine, anche se l’Inter, come detto, ha qualcosa in più".
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