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foto acmilan.com
In vista del match di Coppa Italia Frecciarossa di questa sera tra Milan e Lazio la redazione di MilanNews.it ha intervistato Mario Ielpo, doppio ex di turno. Ecco le sue parole:
Ielpo, partiamo dal derby. Si aspettava una vittoria milanista del genere, peraltro in rimonta? - “Guardando la partita no, anche perché l’Inter stava giocando meglio e il Milan aver esaurito tutte le sue cartucce. Nel secondo tempo la musica è cambiata, la formazione di Simone Inzaghi è apparsa confusa e il Milan ne ha approfittato”.
Finalmente un numero nove, Giroud, decisivo in un big match… - “Giroud è un giocatore importante e i giocatori importanti servono a questo. Decisivo è stato il suo ribellarsi alla sconfitta, proprio come fanno i veri campioni. Il Milan ne aveva già persi, o non erano in campo, diversi con queste caratteristiche. Mi riferisco a Kjaer, Tomori, Ibrahimovic e Rebic. Guardate come l’attaccante francese ha pressato, come ha dato la scossa ai compagni. Ha messo la sua anima a disposizione della squadra ed è stato premiato con una doppietta che ricorderà”.
C’è stato qualche altro che l’ha colpita particolarmente? - “Brahim Diaz, ho visto in lui il temperamento del fuoriclasse. E si è visto dalle prime partite che è sceso in campo che questo ragazzo ha qualcosa in più…”.
E di Maignan cosa ci dice? - “Ad oggi Mike è una certezza. Ha una personalità strabordante, ha un modo tutto suo di interpretare il ruolo che potrebbe esporlo a degli errori ma dalla sua ha un’efficacia e una plasticità pazzesche. Se rivedo un po’ di Dida in lui? No, Dida era più elegante, più classico. Maignan è un fascio di nervi che sta in campo in maniera incredibile”.
A chi lo paragonerebbe? - “Se ve lo dicessi non ci credereste, ma lo paragonerei ad un mio compagno che di gol ne faceva tanti”.
E chi sarebbe? - “George Weah perché non capivi mai come riuscisse a fare certe cose”.
Milan-Lazio cosa rappresenta per lei? - “L’inizio e la fine della mia carriera anche se, a dir la verità, la vera carriera è stata a Cagliari sportivamente parlando per aver fatto più di duecento presenze solo in campionato. La Lazio mi ha visto crescere, è stata la mia adolescenza. Il Milan, in quegli anni, era la squadra più forte del mondo. Due squadre che mi riportano alla mente tanti ricordi che porto gelosamente nel cuore”.
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