Olivier Giroud è stato intervisto da GQ. Le sue dichiarazioni:
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Giroud: “La fede mi aiuta tanto. Capelli? mi piace tenerli sempre in ordine”
Olivier Giroud, attaccante francese del Milan, ha rilasciato una lunga intervista a GQ: di seguito le sue dichiarazioni
Sulla cura dei capelli: «I miei compagni di squadra mi prendono sempre in giro perché quando gioco ho sempre i capelli in ordine. Anche dopo la partita loro vogliono sapere come è possibile. Il segreto è un colpo di spazzola sui capelli un po’ bagnati, poi un po’ di cera e dopo, per fissarli, metto un po’ di lacca. Qualche volta quando faccio troppi colpi di testa non rimangono perfetti, ma va bene lo stesso».
Sulla sua fede: «Mi aiuta tanto tutti i giorni per andare avanti, essere positivo. La vita di Gesù mi aiuta tanto. Ho capito che ha tanta umiltà, provo a fare lo stesso tutti i giorni, parlando alla mia famiglia della Bibbia per aiutarli nella vita. È molto importante per me, è una cosa che fa parte del mio cuore e della mia vita».
Sui parastinchi personalizzati: «Sono un po’ speciali perché ho tutta la mia famiglia: i nomi di mia moglie e dei miei figli, il mio numero e la fotografia di tutti. È una cosa che mi piace tanto, quando metto i parastinchi prima della partita, vedere le facce dei miei figli. Mi dà più motivazione, penso sempre a loro: mi danno la forza».
Il tiramisù: «Lo mangio sempre quando vado al ristorante, la prima cosa che provo è vedere sul menù se lo fanno. Mi piace finire una buona cena con un buon tiramisù. Mia nonna lo faceva molto bene, mi piace tanto quando c’è tanto caffè, mentre non mi piace l’alcool. È una cosa che mi fa pensare alla mia famiglia, a mia nonna, a mia moglie. Mi ricorda che sono un po’ italiano nelle mie origini. Savoiardi o pavesini? Preferisco il biscotto savoiardo perché sono di Savoia. Assorbe tanto il caffè, per me la sensazione è davvero bella».
Le lenti a contatto: «Metto le lenti dal 2011. È una cosa divertente, lo dico oggi per la prima volta davanti alle telecamere. Nella prima stagione con il Montpellier non avevo le lenti. Quando i miei amici e la mia famiglia mi hanno visto in tv mentre strizzavo gli occhi, mi hanno detto che c’era un problema. Quindi nella seconda stagione sono andato dall’oculista, che mi ha chiesto come fosse possibile che facessi gol con i miei occhi (ride, ndr). Mi ha detto di portare le lenti. È divertente perché nella seconda stagione abbiamo vinto il campionato e sono stato capocannoniere grazie all’oculista».
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