- Ultime notizie
- News Milan
- Rassegna
- Calciomercato
- Calciomercato Milan
- Pagelle
- Serie A News
- Primo Piano
- Video
- Social
- Redazione
news milan
Ivan Gazidis, amministratore delegato del Milan
Ivan Gazidis, ex amministratore delegato del Milan, ha rilasciato un'intervista al canale YouTube "Business of Sport". Di seguito le sue parole.
L'arrivo di Elliot al Milan: "Il club non era in condizioni ottimali da un po’ di tempo, non si qualificava in Champions League da sette anni e non vinceva lo Scudetto da undici. Il Milan fu preso in carico dal fondo Elliott poiché la proprietà cinese non fu in grado o non volle ripagare i debiti che si era creata per acquistare il club e quindi il Milan era in una vera e propria crisi. Mi ricordo una delle prime partite. Perdevamo 0-3 in casa e la Curva Sud abbandonò lo stadio durante la partita, quindi giocavamo con la parte di stadio in cui dovevamo segnare vuota. Il club perdeva circa 150 milioni di euro all’anno e c’era il rischio che si arrivasse a toccare i 200, poiché nonostante fecero un mercato molto costoso il rendimento della squadra in campo non era di alto livello. Quindi ci furono un sacco di sfide per noi".
Gli sponsor e San Siro: "C’erano pochi sponsor esteri, due terzi degli sponsor erano italiani. E avevamo uno stadio che, nonostante fosse bello e storico, era in condizioni non eccellenti, con delle aree che per quanto pericolose erano e sono tutt’oggi chiuse al pubblico. Gli accessi per i disabili sono pochi e i bagni è meglio evitarli, soprattutto se sei una donna".
Il suo arrivo: "La situazione non era rosea e io sono arrivato scelto da un fondo di New York e senza conoscere la lingua italiana, un fondo in cui la gente non credeva molto. Loro hanno ereditato il club non per scelta ma perché c’era il rischio di default. E di conseguenza si sono trovati a dover gestire il Milan. Avrebbero potuto approcciarsi in vari modi a quest’avventura. Avrebbero potuto tagliare i costi e vendere il club subito, così da ricavarci immediatamente dei soldi, ma hanno deciso di non farlo. Hanno deciso di incaricare un amministratore delegato per ribaltare la situazione. Io sono arrivato ed ho dovuto affrontare subito svariati problemi, ma l’ho fatto sempre con il loro pieno supporto".
L'operato di Elliot: "Hanno rivoluzionato completamente il management, sia a livello sportivo che commerciale. E da lì abbiamo avuto subito tanto da fare per sistemare la squadra. Il primo pensiero è stato quello di abbassare il monte ingaggi, perché non potevamo permetterci di perdere tutti quei soldi. Al contempo però dovevamo anche migliorare il rendimento in campo, quella era la vera sfida".
Le scelte della precedente proprietà: "Abbiamo assunto un capo scout di livello mondiale (Moncada, ndr) e un team di osservatori esperti, unendo queste due cose abbiamo ottenuto subito risultati eccellenti. Dopodiché abbiamo individuato Paolo Maldini come direttore sportivo, mi ha subito impressionato. Paolo non solo ha portato il suo carisma, ma è stato in grado di creare dei veri e propri rapporti padre-figlio con i giocatori più giovani. Paolo è stato bravissimo".
Le difficoltà: "Non è stato facile. Il primo anno abbiamo venduto e addirittura lasciato andare via a zero alcuni dei nostri giocatori. La gente era scettica, ma noi li abbiamo avvisati che avremmo comprato dei giocatori giovani che sarebbero diventati forti".
La pressione: "Ho sentito la pressione da parte dei tifosi, sì. Con il tempo però ho imparato che devi fare quello in cui credi. Devi concentrarti su ciò che ritieni giusto e fare capire alla gente che lo stai facendo".
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Milan senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Ilmilanista per scoprire tutte le news di giornata sui rossoneri in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA