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MILANO - Sky Sport ha effettuato un'intervista esclusiva all'amministratore delegato del Milan Ivan Gazidis. Ecco le sue parole, che spaziano dal mercato allenatori, sino al prossimo derby con l'inter, passando per i temi legati alla costruzione del nuovo stadio di Milano.
SU MILANO - "Sono innamorato di Milano. È una città speciale. Durante il lockdown ho visto la forza e i sentimenti degli italiani, ora mi sento davvero ‘milanese’. Il mio insegnante un giorno mi disse 'Ho una sfida per te: devi trovare San Siro'. Il primo giorno a Milano camminai dai Navigli fino a San Siro, a piedi: ci misi tre ore".
SUL RUOLO DI AD IN ITALIA ED IN INGHILTERRA - "È differente. Ho vissuto tre carriere. La prima negli Stati Uniti: avevamo l'idea di creare una nuova Lega, poi ho lavorato come direttore tecnico per la Lega. Poi sono arrivato all'Arsenal con Wenger: un grande allenatore e un grande uomo, lì mi sono focalizzato per il ‘fuori campo’, lo sviluppo della parte commerciale. Al Milan è necessaria una visione totale, in campo e fuori. Una visione che ho chiara nella mente, condivisa da tutti. È un sogno tutto questo, ma non abbiamo vinto nulla. Siamo sulla strada giusta. Di notte sogno come i tifosi, ma di mattina lavoro, questa è la mia e nostra attitudine".
SUL FUTURO DI PIOLI - "Per me la decisione era sempre aperta, a Stefano l'ho sempre detto, la scelta deve essere fatta per il merito sportivo, è sempre così e la cosa che mi ha sorpreso è stata l'attitudine sul campo di Pioli. Ha un approccio moderno, che abbraccia i talenti giovani. Stefano usa dati, analisi, video e capisce che i 5 secondi di transizione sono i momenti più importanti del calcio di oggi. Esattamente un anno fa abbiamo giocato contro l'Inter: abbiamo visto un'impostazione di gioco di Pioli che ci dava molta fiducia. Abbiamo perso, ma lì capimmo che c'era qualcosa. E lì abbiamo capito che Stefano era la scelta".
SULLA GRANDE SQUADRA IN COSTRUZIONE - "Se tu mi dici è merito di Pioli, io ti dico di sì, sono d'accordo. Se mi dici che il merito è di Massara e Maldini, io ti dico di sì. Se mi dici che merito di Ibra, io ti dico di sì. È una somma di storie, tutte sono vere. Non è facile, ci sono culture e lingue differenti. Ma adesso stiamo crescendo insieme, c'è un'unità veramente forte nella squadra e nella società. E questo si vede. Non sempre siamo d'accordo, ma è normale che sia così….
SU MALDINI - Maldini rappresenta il club, la storia del Milan. Ma non l'ho scelto per questo. L'ho scelto perché vedevo qualcosa di speciale: un uomo umile e di valori, con voglia di imparare, un uomo che pensa alla squadra, onesto, con qualità. È fondamentale, spero che Paolo resti qui a lungo, non vedo un limite per lui qui. È veramente una persona speciale ed è da Milan".
SU IBRAHIMOVIC - "Lui è l'eccezione a tutte le regole. Ibra è speciale, ha qualità come uomo, sul campo e anche fisicamente, è incredibile. Lui cambia le regole, è fantastico". E sul rinnovo? “Assolutamente, tutto è possibile. La realtà è che per Ibra questa è forse la sfida più grande, bella e romantica della sua carriera. Ha una storia con il Milan, questo club lo emoziona in modo speciale".
SUI RINNOVI DI CALHANOGLU E DONNARUMMA - "Vogliamo che restino qui, sono molto importanti per questa squadra, sono persone fantastiche e professionisti incredibili, se fosse possibile averli anche nel nostro futuro sarebbe meglio. Noi stiamo facendo il possibile, sono fiducioso sul fatto di raggiungere un accordo.
SULLLA LOTTA AL RAZZISMO - "Il razzismo è ovunque, non è un problema solo del calcio, tutti abbiamo dei pregiudizi, nessuno è perfetto. Il calcio riflette la società, ma è anche importante che il calcio guidi la società".
SULLA QUESTIONE STADIO - "Gli stadi sono la base dello sport moderno. I tifosi del futuro meritano un club con uno stadio moderno, con tutto ciò che serve. Il Milan ha bisogno di uno stadio che ci renda orgogliosi. Sono ottimista. Inizieremo questo progetto e sarà un segnale per la città e per l'Italia".
SUL DERBY POSSIBILE SFIDA SCUDETTO - "Siamo ancora all'inizio del percorso, non alla fine. È un progetto a lungo termine, non solo legato a questa stagione. Ho fatto e farò errori, ma prometto che faccio e farò tutto per gli interessi del Milan. Sono arrivato qui perché ho un sogno per questo club, un sogno di calcio, ma diventerà realtà solo attraverso il lavoro…".
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