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Galliani: “Non è il Milan di Sacchi o Capello, ma è una bella squadra”

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L'ex Amministratore Delegato del Milan Adriano Galliani è intervenuto alla presentazione del libro Milanello di Peppe Di Stefano

Redazione Il Milanista

Nella serata di ieri il giornalista Peppe Di Stefano ha presentato il suo libro "Milanello". Alla presentazione era presente anche l'ex A.D. rossonero Adriano Galliani. Ecco le sue parole:

Su un Milan nuovamente vincente:“Speriamo di sì, mi auguro di sì. Milanello ha un’aura meravigliosa. È nato nell’anno in cui abbiamo vinto la prima Coppa dei Campioni nel ’63 e poi siamo andati avanti… Incrocio le dita perché sono rimasto rossonero nel profondo del cuore. Tifo Milan perdutamente. La squadra sta facendo molto bene, non diciamo niente perché sono molto scaramantico ma mi sembra che stia facendo un gran bel lavoro e… e non dico niente”:

Questo Milan che Milan le ricorda tra i tanti che ha gestito? -Questo è un Milan diverso, è stato fantastico Pioli: ha cambiato il Milan. Con questo 4-2-3-1 ha cambiato il Milan. Non è il Milan di Sacchi o Capello, è difficile fare paragoni. È un bel Milan, che gioca bene e grandi meriti vanno dati all’allenatore che ha messo tutti i giocatori nel ruolo giusto”.

Come vede Ibrahimovic rispetto all’Ibra della sua gestione? -È chiaro ed evidente che sono passati 10 anni. Mi ricordo da ragazzo di Altafini che andò alla Juventus e nell’ultimo quarto d’oro risolveva tante partite. Ibra può darti ancora molto, non come quantità di minuti ma come qualità di minuti”.

Sullo scudetto -Sono scaramantico… si capisce quando hai vinto”.

Su Tonali -Non vivo dal di dentro la squadra. Parlo ovviamente con Paolo e mi sembra che si sia creato un gruppo bello, mi sembra che ci siano molte analogie col Milan di quegli anni. I giocatori sono diversi però mi sembra che ci sia un bell’ambiente”.

Su Paolo Maldini dirigente -Molto bene. Abbiamo incontrato Paolo diciottenne, ha passato tutta la sua vita al Milan… Ero amico di suo padre. La saga dei Maldini è qualcosa di unico, siamo l’unica squadra che ha avuto un papà e un figlio che da capitani hanno alzato la Coppa dei Campioni. È un’unicità dei colori rossoneri. Auguro a Paolo ogni bene e ogni fortuna”.

Su Monza-Milan -Quello è un sogno, assolutamente sì. Il cuore si divide, ma sarebbe meraviglioso disputare la partita, poi che vinca il migliore. Riproporla in estate al trofeo Berlusconi? L’abbiamo fatto con la Juve quest’anno… È difficile far coincidere le date, l’anno prossimo il campionato inizierà prestissimo per il Mondiale. Sarebbe bellissimo”.

È d’accordo con Capello quando dice che Tonali avrebbe giocato nel grande Milan? -Io credo di sì, anche se secondo me Tonali è un mediano, ma non è Pirlo. Tonali secondo me, ora dico un’eresia, somiglia più a Gattuso che Pirlo. È un giocatore diverso, buonissimo. Lo vedo un grande mediano, ruba un sacco un di palloni come faceva Gattuso. Un giocatore top, perfetto nel centrocampo a 2 e non nel centrocampo a 3. Il mio sogno sarebbe stato quello di fare l’allenatore, ma mi è toccato fare il dirigente (ride, ndr). Giocare a due o a tre a centrocampo è diverso”.

Su Leao -Penso che se acquisisce un po’ più di, non so come dirla, determinazione può diventare uno dei migliori giocatori al mondo. Potenzialmente ha tutto per diventare un top mondo, ma per diventare un top mondo hai bisogno di tante cose che io auguro a Leao, che è giovanissimo, di poter avere nel futuro e vincere con la maglia rossonera. Per diventare top mondo devi avere tante cose. Lui è molto giovane, speriamo che riesca ad arrivarci”.

A lei sarebbe scappato qualcuno a parametro zero come ora? -  “Non è giusto dire così verso la nuova dirigenza. Dobbiamo renderci conto che il campionato inglese o alcune spagnole, fatturano 4 volte il Milan. Nel ’90 quando Van Basten, quando gli scade il primo triennio, a Barcellona c’era il maestro di Van Baste, Cruijff, e noi siamo riusciti ad offrire più soldi del Barcellona, altrimenti perdevo Van Basten. Non era a parametro zero ma si pagava un parametrino di due milioni di franchi svizzeri… Chiamiamolo lo stesso zero. Adesso pre pandemia il Barcellona 1 miliardo di euro… Erano altri tempi. È così.  In quel Milan lì c’erano tanti giocatori cresciuti nel settore giovanile, tanti giocatori lombardi… Capisco che per uno straniero, con tutto il rispetto per gli stranieri, giocare nel Milan o nell’Inter è esattamente la stessa cosa. Ricordo con nostalgia con Cesare Maldini: discutevamo tanto degli ingaggi di Paolo, e magari per mesi non trovavamo l’accordo. Ma Cesare entrava col suo procuratore e mi diceva: “Adriano tranquillo che non lo porto via”. E quando finivamo l’incontro e non trovavamo l’accordo Cesare andava via dicendo “Tranquillo che non lo porto via”. Adesso i procuratori di oggi ti dicono “Tranquillo che lo porto via” (ride, ndr)”.

Poi l'ex A.D. rossonero ha parlato ai microfoni di Sky Sport ai quali ha parlato di George Weah: “Ricorderete il mitico spot di George Weah. Io e Ariedo Braida lo prendemmo al festival di Cannes perché i proprietari erano del cartellino del Paris Saint-Germain. Riuscimmo a prenderlo, non trovammo l’accordo economico finché intervenne lui che rinunciò ad alcuni soldi dell’ingaggio pur di venire al Milan. Ricordo i suoi gol a Roma contro la Roma e la Lazio, andrebbero fatti vedere perché sono la storia del calcio. Sono troppi i ricordi, non so da dove cominciare e come finire”.