MILANO - Ai microfoni di MilanNews.it è intervenuto l'allenatore ed ex giocatore del Milan Giuseppe Galderisi. Ecco le sue parole:
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Galderisi: “La mia stima per Pioli è immensa, niente viene fatto a caso. Ibra ha fatto crescere la squadra”
Ecco le parole dell'ex rossonero
Cosa ne pensa del mercato dei rossoneri? - “Secondo me il Milan è stata la squadra che si è mossa meglio, i tre acquisti Tomori, Meite e in particolar modo Mandzukic sono tre acquisti mirati. Un mix di gioventù ed esperienza, al momento credo che la convinzione, l’autostima di questa squadra, la capacità di esprimersi siano all’altezza di un sogno. Non era l’obiettivo iniziale di inizio stagione ma col passare del tempo Pioli e i suoi ragazzi si stanno meritando. Credo che avere un Mandzukic lì davanti è quasi come dire “ci crediamo”. È stato un gran bel mercato, forse il migliore fra tutte le altre. È stato dato uno sguardo al futuro e uno al presente. Le caratteristiche dei giocatori sono funzionali alla struttura creata da Pioli”.
C’è chi dice Ibra, chi Calhanoglu, altri Kessié; secondo lei in questo Milan c’è un giocatore insostituibile? - “Sì c’è, è Pioli. Si trascura sempre il lavoro del tecnico. Per esperienza è vero che i grandi giocatori fanno la differenza, ma è anche vero che se i grandi giocatori sono indirizzati bene e lavorano tutti insieme il merito va ad un allenatore che non solo ha la capacità sul campo ma anche nel modo di vivere lo spogliatoio, il lavoro che fa durante la settimana a livello tecnico e tattico. Credo che il Milan ha dimostrato che con Calhanoglu e Ibra va forte, ma anche nelle occasioni in cui non ci sono stati loro la squadra ha continuato ad andare forte. È la dimostrazione che il lavoro fatto dal tecnico Pioli è di alto spessore sotto tutti i punti di vista”.
Si aspettava un percorso del genere da parte di mister Pioli? Circa un anno fa lo si dava già per spacciato, mentre ora guida un Milan primo in classifica - “Gli esoneri nel calcio lasciano il tempo che trovano, non sempre derivano dalle capacità di un allenatore. Capitano cose che a volte sono inspiegabili. Quest’anno Pioli è il miglior allenatore in Italia, sotto tutti i punti di vista. Per quello che è riuscito a dare alla squadra nei momenti di difficoltà, quello che riesce a prendersi dai giocatori e soprattutto per il modo di affrontare le partite. Il Milan è una squadra che gioca allo stesso modo in casa e fuori casa, sa stare bene in campo e ha idee e identità ben precise. Questo secondo me la dice lunga sulla capacità di questo allenatore che anche in altre piazze ha fatto cose importanti ma forse non è stato apprezzato come meritava. Lo conosciamo bene da tantissimi anni, viene da spogliatoi importanti, chi ha fatto calcio sa benissimo che nelle difficoltà puntare il dito è come darsi la zappa sui piedi. È la convinzione, è il credere in quello che si fa, in un campionato così difficile e così strano la forza nasce dal gruppo, dalla convinzione del singolo a disposizione del gruppo che piano piano deve diventare sempre più consistente e più forte sotto tutti i punti di vista”.
Mister Pioli dopo tanto tempo ha finalmente la batteria di centrocampisti al completo. Secondo lei chi devono essere i due mediani titolari? - “Mi sembra di capire che ci sono tante alternative. Le esigenze di questo campionato sono importanti, ora torna anche l’Europa League, di conseguenza c’è da giocare ancora di più e le partite diventano importanti. Ci sarà spazio per tutti. Bennacer sicuramente è il giocatore che può dare il giusto equilibrio. Poi dipende da come vuole giocare Pioli, ha a disposizione tanti giocatori importanti. La bravura dell’allenatore in questo momento è il saper valutare bene le caratteristiche e sfruttarle al momento giusto. Ci saranno tante possibilità e variabilità che Pioli conosce benissimo”.
Parlando di Europa League, che ne pensa dell’esclusione di Hauge dalla lista UEFA? - “La mia stima per Pioli è immensa, niente viene fatto a caso. È un peccato, ma sarebbe stato un peccato anche se fossero stati lasciati fuori altri giocatori. È una scelta che va rispettata, credo che sia stata fatta con grande pignoleria e grande attenzione”.
Sulla sinistra chi deve essere il titolare, Leao o Rebic? - “Non la metterei proprio così. L’importante è che quando uno è mancato l’altro si sia esaltato, l’autostima di un giocatore è fondamentale. Non si tratta di scegliere o uno o l’altro, perché poi a seconda delle partite, che sono tante, l’allenatore quando ha tanta scelta e soprattutto la convinzione che i giocatori sono con lui, può adattare le caratteristiche al momento. Leao è un determinato tipo di giocatore, Rebic un altro, però entrambi hanno dimostrato che se stanno bene possono portare benefici al Milan”.
Le piace Leao? - “Mi è sempre piaciuto. L’anno scorso forse è stato più incostante, quest’anno ha dimostrato nei momenti di difficoltà del Milan che la sua presenza è stata determinante. Questo aiuta a farlo crescere, a convincersi che può essere importante. Mi piace moltissimo”.
Un pensiero finale su Ibrahimovic: se lo sarebbe mai aspettato così forte e determinante anche a 39 anni? - “Questi sono campioni veri, giocatori di un altro livello. Soprattutto mentalmente; sulla tecnica non ci sono discussioni, è il tenere mentalmente che è fondamentale. Lui ha dimostrato di esserci e adesso non è più solo lui a trascinare il gruppo, ma è anche il gruppo a trascinare lui. La sua presenza ha fatto crescere tanto, la bravura di Pioli ha messo queste qualità e questa personalità insieme ed è diventato tutto più bello per il Milan e più pericoloso per le altre squadre. Sarà un campionato dove i rossoneri saranno protagonisti”. >>> E intanto Elliott vuole sognare in grande, tra Champions e Scudetto: arriva il sì definitivo per tre grandi colpi a gennaio! <<<
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