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Furlani a Sky Sport: “Decreto crescita? Decisione triste per calcio italiano”

Lorenzo Focolari Redattore 
Alle 18 il Milan affronterà il Sassuolo nel match valido per la 18esima giornata di Serie A. Prima dell'inizio, ha parlato l'AD rossonero

Alle 18 il Milan affronterà il Sassuolonel match valido per la 18esima giornata di Serie A. Prima del fischio d'inizio della gara di San Siro, Giorgio Furlani, AD rossonero, è intervenuto ai microfoni di Sky Sport.

Come ha preso la decisione di abolire il decreto crescita: "Male. Si tratta di una decisione triste per il calcio italiano, ci rende più poveri e meno competitivi, ci indebolisce. Il calcio italiano non è visto come un settore dell'economia e invece dovrebbe esserlo. Ci sono leggi che ci impediscono di tornare a essere leader mondiali. Brutta decisione per noi, ringrazio Abodi che ha provato a spingere per avere un tavolo in cui discutere… Purtroppo la decisione non è andata nella direzione giusta".

Se influirà sul mercato: "Non siamo solo noi, sarà così per tutti. Questa legge è in vigore dall'1 gennaio e dovremo prenderla in considerazione".

Il pari di Salerno: "Non è andata come speravamo, bisogna voltare pagina. Oggi abbiamo una partita importantissima, siamo tutti uniti e compatti. Si mette sempre in discussione il mister, cosa che non mi sembra giusta. Dobbiamo dare al tecnico una rosa completa, abbiamo avuto tutti i problemi che conoscete, andiamo avanti".

Il mercato invernale: "Dovremo tenere in considerazione la nuova realtà che parte dall'inizio dell'anno. Saremo pronti a cogliere le opportunità, se ci saranno. Siamo stati attivi nella finestra precedente e lo saremo anche in questa. La realtà di dopodomani è diversa da quella di ieri".

Come ovviare all'assenza del decreto crescita: "Tutti noi amministratori delegati, presidenti e direttori di Serie A abbiamo manifestato la necessità di avere una serie di regolamentazioni intorno al calcio che ci rendano competitivi a livello europeo. Andare a gestire un problema che di fatto abbiamo in Italia, ovvero l'impossibilità di investire nelle infrastrutture sportive. Invece si è cambiata una legge dall'oggi al domani, decisione molto atipica e penalizzante".


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