La Guardia di finanza di Torino ha eseguito nuove perquisizioni in tutta Italia nell’ambito dell’indagine, avviata a dicembre, sulle presunte plusvalenze da 282 milioni di euro realizzate dalla Juventus.. In particolare, gli accertamenti riguardano la cosiddetta “manovra stipendi“. Ovvero il differimento a un esercizio successivo delle retribuzioni di alcune mensilità per le stagioni 2019/20 e 2020/21. Le perquisizioni hanno riguardato materiale anche informatico relativo alle approvazioni dei bilanci tra il 2019 e il 2021 e hanno interessato diversi studi legali e uffici di avvocati e procuratori sportivi.
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Juventus, nuove perquisizioni della Finanza sul caso plusvalenze
La Guardia di finanza di Torino ha eseguito nuove perquisizioni in tutta Italia nell’ambito dell’indagine, avviata a dicembre sui bianconeri.
I magistrati vogliono capire se la procedura seguita è stata corretta dal punto di vista contabile. La loro idea è che riduzioni e integrazioni di stipendio siano state concordate nello stesso momento tramite scritture private. Poi però le due voci risultavano sistemate in due bilanci diversi: nel primo erano inserite le riduzioni, abbattendo i costi relativi al monte stipendi, e in quello successivo le integrazioni. Procedura scorretta, secondo gli inquirenti, perché la società sapeva con largo anticipo che avrebbe dovuto pagare gli atleti.
“Sono emersi indizi concreti in ordine all’esistenza di plurime scritture private”. Fra la società e i rappresentanti dei calciatori che non risultano “depositate presso gli organi competenti”, si legge nel decreto di perquisizione. Riguardo alla “manovra” del 2019-20, quindi, secondo l’accusa non c’è stata alcuna” rinuncia a quattro mensilità“. Come riporta nella relazione finanziaria del 30 giugno 2020, ma un semplice differimento di tre stipendi su quattro.
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