In un’intervista da brividi rilasciata al The Players’ Tribune, Fikayo Tomori ha spiegato perfettamente cosa vuol dire per lui giocare per il Milan.
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Tomori: “Il tifo di San Siro non si percepisce dalla TV, ma toglie il fiato”
Fikayo Tomori sulla spinta di San Siro e dei tifosi rossoneri
“Ricordo il derby di febbraio. Avevo appena subìto un intervento al ginocchio ma, quando Oli ha segnato il secondo gol completando la rimonta, sono saltato in piedi come se avessi appena ricevuto una cura miracolosa! Era una partita in trasferta, ma c’erano ancora i nostri ultras in Curva Sud e quando tutti corsero a festeggiare da loro, potevamo vederli saltare e urlare lassù in alto. Lo stesso è accaduto ad aprile, quando abbiamo battuto la Lazio 2-1 fuori casa. Tonali segnò al 92° minuto, saltò i cartelloni pubblicitari e lo stadio esplose. Ricordo ancora le facce dei singoli tifosi che stavano perdendo la testa per la pura gioia. Anche quando sei in partita e concentrato su quello che stai facendo, quando i tifosi impazziscono in quel modo ti colpisce come un’onda d’urto. La cosa che non si capisce di San Siro dalla TV è il frastuono. Lo senti davvero. Ti toglie il fiato e allo stesso tempo ti dà nuova vita.
Tomori su Zlatan Ibrahimovic
“So cosa state pensando e, sì, nella vita reale è esattamente così. Ricordo che quando arrivai a Milano per la prima volta mi chiese dove alloggiavo. Poi mi comunicò che eravamo vicini di casa. Disse: “Sì, abito nell’edificio accanto al tuo. Il mio appartamento è quello all’ultimo piano… così Dio può vegliare sulla sua città”. Ma è anche il più forte, il più flessibile e quello che si impegna di più nella squadra, anche a 41 anni. È una macchina. Non ci sono altre parole per descriverlo. E parla sempre con quel vocione roboante alla Zlatan, facendoti discorsini e dandoti consigli. Potete guardare qualche video sui social media. Lo vediamo davanti a noi, ogni giorno. In quelle partite finali, ci ha mantenuto lucidi. Ricordo che andammo negli spogliatoi all’intervallo dell’ultima giornata contro il Sassuolo in vantaggio per 3-0. Non credo di essere mai stato così felice in vita mia. Guardavo i miei compagni di squadra che sorridevano: “Ce l’abbiamo fatta ora”. Ma che Zlatan lo notò subito, che ci stavamo lasciando andare e disse: “Nessuno deve ancora sorridere!!! Ci sono ancora 45 minuti!!!” Smettemmo di sorridere. Quarantacinque minuti dopo eravamo campioni”.
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