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Donati: “Stadio vuoto un vantaggio per il Milan. Ajer? Simile a Kjaer”

Le parole di Massimo Donati, doppio ex della sfida tra Celtic e Milan.

Redazione Il Milanista

Massimo Donati, doppio ex della sfida tra Celtic e Milan per aver giocato sia con i rossoneri (nell'anno della staffetta Terim-Ancelotti) e successivamente con gli scozzesi (negli ultimi anni del primo decennio del 2000), si è così espresso in esclusiva a TMW per presentare la gara di questa sera:

SUL CELTIC PARK VUOTO: "Tante volte i Celtic colma il gap con lo stadio pieno, Celtic Park dà qualcosa in più e senza pubblico il Milan avrà un grande vantaggio. Va detto che l'obiettivo principale della squadra di Lennon non è l'Europa League, bensì il campionato: quest'anno c'è la possibilità di centrare uno storico ten in-a-row, ossia vincere per il decimo anno consecutivo il titolo di campione di Scozia, cosa mai successa. Certo, in Europa vorranno fare bella figura ma dopo i derby giocate da entrambe le squadre il Milan può approfittarne".

SUL MILAN: "Il Milan l'ho visto parecchie volte ed è una squadra che sta bene, ha trovato l'assetto giusto e i risultati parlano chiaro. Logico che se hai Ibra hai qualcosa in più, ma devo dire che i tanti ragazzi in squadra sono cresciuti tantissimo. Ora possiamo parlare di una squadra vera, prima era in fase di costruzione".

SUL CELTIC: "Nel Celtic era fondamentale Forster. E in questo periodo sono mancati Edouard e Christie, fermati dal Covid-19. Il francese in particolar modo fa reparto da solo, si inventa gol dal nulla e tolto lui, con il peso che dà davanti e la sua corsa non ci sono giocatori con le stesse caratteristiche. La squadra non è male, anzi, è buona ma senza uno così sono più prevedibili".

SU AJER: "È un giocatore che dove lo metti si disimpegna bene. Giocatore fisico, non fa niente di trascendentale ma è senza dubbio affidabile. Possiamo paragonarlo a Kjaer, sono simili nella struttura fisica, per senso della posizione e nel gioco aereo".

SU DONATI AL MILAN: "Sono arrivato in un momento sbagliato, sia per me che per la squadra. Era un periodo di transizione per i rossoneri, ricordo che arrivò a campionato in corso Ancelotti e le cose sono migliorate. Io ero troppo giovane, non ero pronto per un salto così grande. A livello mentale avrei avuto bisogno di qualcosa in più ma non ho rimpianti, anche perché poi sono andato al Celtic dove ho vissuto un'esperienza pazzesca sia umana che professionale. Una parentesi bellissima e indimenticabile per tanti motivi".

SUI SUOI OBIETTIVI IN FUTURO: "Ho fatto il secondo di Angelo Alessio al Kilmarnock e ora vorrei iniziare la carriera da primo allenatore. Sto facendo il master a Coverciano, ho grandi progetti. Sono uomo di mondo. Dove c'è la situazione giusta per iniziare vado".