Ieri sera il Milan ha vinto una gara molto sofferta al Marassi. I rossoneri erano passati in vantaggio dopo appena sei minuti di gioco grazie a Messias, dominando tutto il primo tempo. Alla ripresa però i blucerchiati erano riusciti a trovare la rete del pareggio, ma poi la partita è stata decisa dal calcio di rigore trasformato da Giroud. A far discutere sono state soprattutto le scelte arbitrali di Fabbri, che hanno fatto infuriare l’allenatore della Sampdoria. Nel post partita Marco Giampaolo è intervenuto ai microfoni dei media ufficiali della squadra ligure e ha commentato quanto successo in campo.
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Giampaolo: “Dopo l’espulsione di Leao, Fabbri ha diretto a senso unico!”
Duro il suo sfogo contro l’arbitro della gara: “Non mi è piaciuta la direzione arbitrale dall'espulsione sacrosanta in poi. Perché da quel momento in poi l'arbitro ha fischiato a senso unico, anche con arroganza, con un senso di sfida. Non c'è bisogno di sfidare nessuno, né la squadra, né i calciatori, né il pubblico. Non c'è bisogno di compensare quella doppia ammonizione, scaturita in espulsione con quella direzione soltanto in un senso. Il Milan si prende quello che deve prendersi. Quel tipo di conduzione inasprisce gli animi. La partita non è importante solo per il Milan, lo è anche per la Samp. Non c’è soltanto il Milan, c'è anche la Samp, la sua storia, i suoi tifosi. Quindi devi fare le cose per bene, quando si alza il livello della tensione, devi saperlo gestire. Se perdi il metro succedono le cose che son successe”.
Il tecnico blucerchiato poi ha proseguito: “Nel finale, io che sono uno da poche espulsioni, forse mezza nella mia carriera, problemi col quarto uomo mai, proteste contro gli arbitri mai, anzi... Alla fine quella protezione della palla da parte di Leris, scaturita in ammonizione mi ha fatto perdere la testa perché era figlia di decisioni che pendevano da una parte. E lì poi, mi ha espulso giustamente, perchè l'ho insultato. Ma non dobbiamo crearci alcun alibi, la squadra ha fatto la partita che doveva fare. Non c'è bisogno di ribadire di chi è il pallone”.
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