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Mario Sconcerti ha fortemente criticato la prestazione di ieri sera dell’Italia, nel 5-2 subito contro la Germania. Sulle pagine del Corriere della Sera, il giornalista ha anche criticato le scelte operate dall’allenatore della Nazionale italiana. Ecco la sua analisi: “Adesso è tempo che anche Roberto Mancini faccia sapere quello che pensa sul presente e sul suo futuro. Ha cambiato circa 40 giocatori, ha fatto scelte radicali contro avversari molto importanti. Non è servito a niente, tra Argentina e Germania abbiamo subito 8 gol, tirato in porta pochissime volte. Deve decidere lui, ma anche noi capire di cosa abbiamo bisogno: se di uno sperimentatore, suggestivo e acrobatico, indubbiamente molto bravo e stanco, o della gestione tecnica e politica di una crisi di movimento. La sensazione è che si sia esagerato con i dilettanti allo sbaraglio”.
Sconcerti poi ha commentato la questione relativa al nuovo stadio di Milano e lo ha fatto nel suo editoriale Un cappuccino con Sconcerti su Calciomercato.com. A proposito del nuovo impianto di Milan ed Inter ha dichiarato: “Ragazzi cari, milanisti e interisti, è straordinario come riusciate a trasformare in religione qualunque concetto. Per voi il male o il bene si distinguono dal colore delle maglie e dalle convenienze delle medesime. Non è in discussione l’utilità dello stadio. E non c’è dubbio che nel tempo sia conveniente. Solo che costa e molti costi sono a carico dei comuni. Servono garanzie sulle coperture dei costi. Non è un problema, basta trovarle. Ma chi garantisce in una città dove si sono cambiati cinque-sei proprietari in pochi anni? Può farlo l’Inter? Benissimo, lo faccia”.
Ancora: “E’ corretto che il comune paghi un terzo dell’opera? Benissimo, lo faccia. Sono soldi della comunità che vanno ad un’opera privata. Cosa c’entrano i soldi futuri, quelli non saranno pubblici. Non ho dubbi che lo stadio si farà. Le società italiane sono tutte in vendita proprio per la costruzione sugli stadi che permettono. Ma qualcuno deve firmare subito impegni e finanziare centinaia di milioni. Non è per pratiche burocratiche che a Milano è tutto fermo sugli stadi. Non è un problema di età, la mia, la vostra, ma cosa volete mi interessi? Il punto sono i soldi, chi garantisce cosa. Aspetto che questa elementare operazione venga finalmente fatta. A Milano e altrove”.
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