Nel match valido per la quattordicesima giornata di Serie A, il Milan ha battuto 3-1 il Frosinone a San Siro. Dopo la partita Eusebio Di Francesco è intervenuto ai microfoni di Sky Sport.
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Di Francesco: “Portate le nostre idee, dopo il 2-0 tutto più difficile”
Su Pioli: "Mi piace la sua coerenza. Lo ringrazio per i complimenti che mi ha fatto dopo la partita".
La prestazione: "Mi è sembrato di rivivere la partita con l'Inter dove abbiamo preso gol a fine primo tempo. Abbiamo avuto una grande occasione e poi abbiamo preso gol. Questo ha fatto la differenza. Il Milan è stato più bravo a concretizzare, è stato squadra. Ci hanno rispettato, noi abbiamo fatto la nostra partita anche con le tante assenze. Dopo il 2-0 è stato tutto più difficile".
Il momento della squadra: "I ragazzi possono sognare, ma anche tenere i piedi per terra. C'erano molti giovani in campo che devono imparare anche da certi errori. Abbiamo portato le nostre idee, peccato esserne usciti con zero punti".
La quinta sconfitta consecutiva in trasferta: "Non cambierà le cose. Ci toglieremo le nostre soddisfazioni, dobbiamo continuare con questa mentalità e con questa voglia. Ora pensiamo a recuperare anche alcuni giocatori".
Il momento difficile della sua carriera: "E' importante essere critici nei propri confronti in maniera costruttiva e ascoltare le persone giuste. Ho sentito molte chiacchiere verso l'uomo Eusebio e mi ha fatto male. Io guardo negli occhi solo chi mi interessa. I miei nipoti sono stati fondamentali. Quando c'è qualcosa che non va penso ai loro sorrisi. Cosa ho sbagliato? Certe volte mi sono sentito più in colpa di quello che dovevo. Adesso sono anche più aperto nel vivere il calcio. L'aspetto mentale è quello che fa la differenza. Io credo in certe idee e cerco di trasmetterle ai miei ragazzi".
La visione di calcio: "E' la mia vita e la mia passione. Il richiamo del calcio è più forte di tutto. Ho lavorato molto in questo mondo, l'adrenalina prima delle partite è un piacere".
Allenare i giovani: "A me piace molto lavorare con i giovani. Ho cercato in carriera anche di convincere i più esperti delle mie idee, penso per esempio a Dzeko che all'inizio non era convinto di fare certi movimenti, ma alla fine di ogni allenamento stava nel mio ufficio a parlare di calcio per 45 minuti".
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