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L'esultanza di Diogo Dalot, terzino portoghese classe 1999 in prestito al Milan
MILANO - Sulle pagine di Sportweek, noto settimanale sportivo allegato a La Gazzetta dello Sport, ha parlato il terzino portoghese Diogo Dalot. Queste sono state le sue dichiarazioni:
Sul calcio italiano: "A livello fisico e di intensità di gioco il calcio italiano è certamente più impegnativo rispetto al portoghese, ma noi che arriviamo da quello abbiamo già dimostrato di saperci adattare a contesti diversi. È quello che sto facendo io qui, e per me rappresenta un motivi d’orgoglio".
Sul suo inserimento nel Milan: "Il fatto di conoscere da anni Leao e di essergli amico mi sta aiutando molto, ma sono stato fortunato anche nell’aver trovato un gruppo di giocatori e uno staff tecnico che sono come una cosa sola. Questo ha accelerato il mio ambientamento".
Su Leao: "Siamo abbastanza diversi. Lui fuori dal campo è molto più estroverso, e pure in campo io sembro più concentrato. Non che lui non lo sia, diciamo che lo è in modo diverso. Forse per questo siamo così amici, perché siamo complementari. Io per lui sono quasi una figura paterna: lo tranquillizzo, lo invito a riflettere prima di fare una cosa, di andarci piano. Gli sto vicino e gli dico quello che va bene e quello che non va bene. Lui fa il contrario: sostiene che devo essere più sciolto, che non devo preoccuparmi troppo per tutto. Siamo l’opposto uno dell’altro, è divertente".
Su Pioli: "Mi piace la sua capacità di comunicare con i giocatori, facendo sentire utile e speciale ciascuno, sia che giochi tutte le partite, sia che scenda in campo una volta al mese. Come tecnico sta facendo un lavoro fantastico. La classifica di Serie A parla per lui”.
Se si aspettava di giocare di più: "Quando ho accettato la proposta del Milan avevo un obiettivo più importante di altri, sentire di nuovo il profumo dell’erba; prima ancora, tornare a considerarmi un giocatore dopo tutti gli infortuni che mi avevano frenato negli ultimi tre anni. Finora sono sempre stato a disposizione dell’allenatore. Poi volevo dimostrare di meritare di giocare, attraverso il lavoro quotidiano. E anche questo traguardo credo di averlo raggiunto: fino a questo momento ho giocato 16 partite. Mi pare molto positivo".
Sulle differenze con Calabria: "Da un terzino Pioli vuole equilibrio: compattezza difensiva e capacità di spinta. Rispetto a Calabria io forse sono un po’ più offensivo. Avere caratteristiche diverse è una risorsa: io, Davide e Theo abbiamo qualità differenti e questo è un bene, perché offre all’allenatore possibilità di scelta e aumenta la competitività in allenamento. In un grande club come il Milan la concorrenza alza il livello complessivo della squadra".
Sui suoi obiettivi: "Diventare un giocatore completo. Quando smetterò vorrei aver vinto tanto e che si dice di me che sono stato un punto di riferimento nel mio ruolo".
Sul sogno Scudetto: "Cominciamo a crederci? È normale quando fai tanti punti e nello spogliatoio ci sono giocatori, o ex, vincenti come Zlatan o Bonera e Dida. La cosa importante è mantenere l’equilibrio. Se ci riusciamo, sono convinto che lotteremo fino in fondo per il titolo".
Sull’Europa League: "Dobbiamo rispettare la Stella Rossa, il prossimo avversario. Da solo, lo stemma del Milan che portiamo sul petto non vince le partite. Loro senza pubblico perdono parecchio, ma restano pericolosi".
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