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Domani c’è Cremonese-Milan: è già tempo di time machine

Redazione Il Milanista

Domani sera è in programma l'anticipo della quattordicesima giornata di Serie A. vediamo la time machine di Cremonese-Milan

“Dopo quasi sedici anni i rossoneri tornano a Cremona. Di martedì, nella 14ª giornata di Serie A. Cremonese-Milan ha pochi precedenti e abbastanza datati, in Time Machine abbiamo scelto di rispolverare quello del 26 settembre 1993, vinto 2-0 grazie alle reti di Papin e Simone”.

LO SCENARIO

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“Siamo ancora nella fase iniziale del campionato 1993/94, la squadra guidata da Capello è Campione d'Italia in carica da due stagioni consecutive ma ha ancora fame, lo dimostrano le quattro vittorie - tenendo sempre la porta inviolata, anche nell'unico pareggio del filotto - in cinque gare che accompagnano il Diavolo da capolista solitario fino allo stadio Zini. I grigiorossi, neopromossi come nel nuovo capitolo in arrivo, viaggiano a metà classifica e sono allenati da Simoni”.

TUTTO NEL PRIMO TEMPO

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“Rossi in porta, Costacurta e Baresi (capitano) coppia centrale, Tassotti e Orlando terzini, Albertini e Boban cervelli del 4-4-2, Eranio e Donaodoni in fascia, Simone e Papin le armi offensive. La partenza è da manuale, aggressiva e concreta. All'8' Papin, dopo averci già provato con un tiro alto, apre le marcature con un bellissimo destro dal limite che non lascia scampo a Turci. Il Milan non si rilassa, anche se al quarto d'ora è costretto a rinunciare a Eranio (infortunato, rimpiazzato da Massaro), e al 21' riesce a trovare il raddoppio: sugli sviluppi di una punizione, un batti e ribatti favorisce Simone, letale a colpire in piena area. La Cremonese è timida nella reazione, Giandebiaggi è il più pericoloso ma senza lieto fine”.

VERDETTO IN CASSAFORTE

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“Emozioni solo a sprazzi, nessun gol: si può riassumere così la seconda parte di gara. I padroni di casa creano la più grande occasione quando Tentoni crossa per Pedroni, colpevole di non inquadrare il bersaglio da pochi metri. Dall'altra parte è Boban il più ispirato, impegnando il portiere di piede e di testa. I rossoneri gestiscono il doppio vantaggio, proteggendo il parziale e portandolo in sicurezza al triplice fischio. Due punti preziosi, abitudine meno amica nell'immediato prosieguo dell'annata (tre pareggi e una sconfitta nelle uscite successive). Al traguardo, il Diavolo conquistò lo Scudetto numero 14, con il record del terzo tricolore di fila per la prima volta nella storia”.