Il Presidente di Lega Serie A Lorenzo Casini ai microfoni del Corriere della Sera. Casini ha parlato anche del decreto crescita e di come potrebbe cambiare le sorti dei club italiani. Come diversi altri club di Serie A tra cui Roma, Fiorentina e Inter, il Milan sta procedendo.
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Casini: “L’auspicio che sia l’anno in cui tutti si impegnino per lo stadio”
"L’auspicio è che sia l’anno in cui tutti, a partire dal governo, si impegnino a migliorare la situazione degli stadi. È incredibile che l’Italia sia così indietro sugli impianti sportivi, se si pensa che i primi anfiteatri sono nati nell’antica Roma… È anche tempo di proporre innovazioni al gioco: mi è piaciuto lo spunto di Buffon sulle dimensioni delle porte, un tema emerso già dieci anni fa. Dobbiamo sperimentare, per essere sia geografi, sia esploratori, citando Antoine de Saint Exupery".
DECRETO CRESCITA "Danneggia il sistema? Nell’immediato, certo. Si riduce la competitività delle squadre sul mercato e soprattutto si produce il paradosso per cui il beneficio impatriati varrà per i redditi fino a 600 mila euro, con effetti opposti a quelli voluti con le modifiche di un anno fa, quando si stabilì che il bonus era applicabile solo per stipendi sopra il milione e per giocatori di almeno 20 anni. La soppressione è stata una scelta incomprensibile e temo demagogica: una moratoria di qualche anno era la via più logica e di maggior aiuto per vivai e giovani italiani, che all’improvviso avranno minori risorse e maggior concorrenza. Ne beneficia il movimento italiano? Nessuno nega che nel lungo periodo ciò possa avvenire. Ma i tanti stranieri sono arrivati per effetto della sentenza Bosman non del decreto crescita. E in Italia le regole sull’arrivo di nuovi calciatori extra comunitari sono tra le più restrittive d’Europa. Nell’immediato, diminuiranno gli stranieri più forti".
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