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Pellegatti: “Ibra uno dei più grandi centravanti della storia. Sull’ Europa…”

Redazione Il Milanista

Il noto giornalista sportivo, Carlo Pellegatti, ha parlato del mondo rossonero a 360°. Vediamo insieme le parole.

Il noto giornalista sportivo, Carlo Pellegatti, ha parlato in esclusiva su NumeroDiez. Tra i temi toccati, il mercato del Milan e le recenti prestazioni dei rossoneri.

Martedì abbiamo assistito alla gara tra Salisburgo e Milan, conclusa con il risultato di 1-1. Come giudica la prestazione dei ragazzi e c’è qualcosa che cambierebbe in questa squadra?

“Risponderei come Stefano Pioli, che ha parlato di una partita discreta, ma per battere squadre di livello internazionale bisogna giocare una partita ottima. Sul piano tecnico non è stato un Milan brillante, ma dobbiamo tenere conto anche della qualità dell’avversario. Un avversario che non perde in casa da 35 partite, quindi che tra le proprie mura si sa esaltare. Il Milan avrebbe potuto giocare un po’ meglio, ma probabilmente hanno influito le fatiche psicofisiche del match contro l’Inter”.

Come giudica l’impatto dei nuovi arrivati a Milanello, seppure questo, chiaramente, sia solo un assaggio?

“Dei nuovi arrivi possiamo giudicare solo De Ketelaere, che ha giocato più partite. Era parecchio stanco contro il Salisburgo, ma il resto delle partite le ha giocate bene, illuminando spesso l’azione. Non vorrei giudicare Origi, un centravanti va valutato dopo almeno 2-3 partite intere. Così come Pobega. Dare un giudizio agli altri nuovi arrivati avrebbe poco senso. Aspettiamo i vari Vranckx, Thiaw e Dest“.

Quanto manca Zlatan Ibrahimovic a questa squadra? Giroud o Origi possono comportarsi da ‘Ibra’ in campo?

“Sul piano del gioco, il miglior Ibrahimovic è un giocatore fuori categoria e che manca a tutti gli appassionati del calcio. Origi e Giroud sono due grandi giocatori, ma quando parliamo di Ibra, ci riferiamo ad uno dei più grandi giocatori della storia del calcio. Non possiamo fare paragoni. Lo svedese riesce comunque a non mancare al Milan, perché è sempre presente, è una presenza costante per la crescita di tutto il gruppo”.

Domanda a bruciapelo: quanto ci vorrà per ricostruire il nome del Milan anche in Europa?

“I dirigenti hanno un obiettivo. Quest’anno il Milan chiaramente deve passare il turno, arrivando almeno a febbraio-marzo e speriamo anche aprile, con un po’ di fortuna nel sorteggio. Ma l’obiettivo è quello di ritornare una squadra di massimo vertice europeo nel giro di 2-3 anni. I giocatori e il mister ci hanno abituati a bruciare le tappe, ma in Europa è più complicato rispetto che in Italia”.