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Capello:” Diaz e Leao? Quando girano fanno la differenza. Su Maignan…”

Fabio Capello ex allenatore del Milan
Intervistato dal Corriere della Sera in edicola questa mattina, Capello ha tirato le somme dell’andata dei quarti di finale di Champions

Intervistato dal Corriere della Sera in edicola questa mattina, Fabio Capello ha tirato le somme dell’andata dei quarti di finale di UEFA Champions League tra MilanNapoli e BenficaInter.

Capello, cosa ha pensato al novantesimo di Milan-Napoli?

«Che certi spettacoli vorrei vederli più spesso anche nel campionato italiano».

Si è divertito parecchio…

«È stata una vera sfida internazionale, giocata a ritmo altissimo, con velocità, intensità, qualità. Uno spot per il calcio e che a proporlo siano state due nostre squadre se permette inorgoglisce».

Perché quanto torniamo nell’ambito domestico i ritmi sono più bassi?

«Perché in Europa i giocatori non si buttano per terragli arbitri non fischiano falli stupidi e la Var non interviene in continuazione. Qui, invece, siamo sempre fermi, così si perde il ritmo. Una cosa insopportabile».

Il Milan ha vinto ed è favorito per il ritorno al Maradona?

«A me il Napoli è piaciuto molto. Aggressivo e veloce, ho rivisto la squadra che ha dominato il campionato e che, proprio contro i rossoneri e il Lecce in campionato, si era

smarrita, mostrando un po’ di stanchezza. A Spalletti è mancato solo il centravanti».

Quindi, cosa succederà al ritorno?

«Il Milan ha un gol di vantaggio, il Napoli godrà della spinta della gente e se ritroverà il suo cecchino avrà molte cartucce da sparare. Certo, non sarà facile giocare senza Kim in difesa e Anguissa a centrocampo».

Maignan è l’Osimhen del Diavolo?

«Il Real Madrid l’anno scorso ha vinto la Champions grazie alle parate di Courtois. Il portiere, se vuoi arrivare in fondo, deve essere decisivo. Maignan lo è stato».

Come ha visto la squadra di Pioli?

«All’inizio in difficoltà, specialmente nell’uscita con la palla. Poi, grazie alle giocate di qualità di Diaz e Leao, è tornato in palla. Quei due quando girano fanno la differenza».