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Capello: “Al completo, il Milan è affidabile e fantasioso. Leao? Un po’ egoista”

Redazione Il Milanista

Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport Fabio Capello ha parlato del Milan e ha elogiato il lavoro di Stefano Pioli

"Bravo Pioli. Contro il Napoli ha cambiato sistema tattico e vinto, se non lo faceva avrebbe rischiato. Diciamo una buona volta: non si può giocare sempre allo stesso modo, ci sono gli avversari. Che vanno studiati, contrastati nei punti forti e colpiti in quelli deboli. È come una battaglia da preparare. Poi non sempre in partita puoi fare quello che hai preparato, ma se l’idea è giusta i giocatori ti seguono", così Fabio Capello, ex allenatore di Milan, Roma e Real Madrid, ha iniziato la sua intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

Qual era il sistema del Milan? - "Diciamo 4-1-3 e mezzo-1, perché Leao non sempre tornava a centrocampo... Gran giocatore, divertente, a volte vale da solo il biglietto, però negli ultimi tempi sembra più egoista. Forse sente l’ansia di far gol. Sia chiaro: è il pelo nell’uovo...".

Pioli tattico sorprendente? - "Non sempre ha avuto la possibilità di impostare: gli mancavano giocatori, poteva solo aggiustare. Ma adesso che è quasi al completo il suo lavoro si vede. E la cosa che più mi ha sorpreso è che difende molto bene anche se gli manca Kjaer: ha recuperato Romagnoli e Kalulu è ormai un centrale affidabile che non fa errori. Per la prima volta non ha subito contropiede: Osimhen era sempre raddoppiato".

Quindi non è il Milan è il più debole dei pretendenti... - "Non credo proprio. Intanto ha sostituito un gran portiere con un altro gran portiere. Ha un bel centrocampo, dinamico, di qualità, soprattutto se Kessie torna quello dell’anno scorso o conferma Napoli. E soprattutto c’è la fascia sinistra che è una delle migliori d’Europa. Se al completo, il Milan è affidabile e fantasioso. Contro le grandi ha sempre giocato bene, reagito alle situazioni, fatto punti. Anche se l’Inter resta favorita perché è una squadra fatta, più completa. Il Milan è bello, divertente, ma con tanti giovani il rendimento è più altalenante".

A Napoli non era facile - "Il Napoli mi piace, però ha incontrato una squadra che ha capito come metterlo in difficoltà. Barcellona docet. Questo è un altro complimento che faccio a Pioli: vuol dire che ha studiato le partite da gran professionista".

Negli anni 80-90 c’era la contrapposizione ideologica Sacchi-Trapattoni, poi quella Capello-Lippi: a quale scuola appartiene Pioli? - "Sono contrapposizioni che non esistono più. Oggi ci sono quelli che lanciano la palla indietro e quelli che cercano di giocare in avanti. Soprattutto i giovani che ora copiano Klopp, i tedeschi e gli inglesi. Pioli mi sembra stia in mezzo: cerca di verticalizzare con gli esterni, anche con Calabria a destra, e ha un portiere che gioca".

La tattica è importante? - "Tattica e soprattutto qualità: è quella che fa la differenza. In questo sono stati bravi Maldini e Massara: hanno visto lontano e rischiato, Leao non è mica arrivato gratis...L’importante è cambiare, non fossilizzarsi. Anche Guardiola cambia. Si diceva: gioca solo palla a terra. Bisognerebbe essere ciechi per non vedere i cambi di campo, i lanci. Ma sa qual è il nostro vero punto debole quando giochiamo all’estero?".

Quale? - "Inglesi e tedesche giocano a uno, massimo a due tocchi. Gli spagnoli no, sono abituati al tiqui-taca, a parte il Real Madrid di Ancelotti che, per caratteristiche dei giocatori, va in verticale. In Italia invece giochiamo sempre a tre tocchi: controllo, tocco, sguardo e altro tocco. Troppo. Ecco perché quando siamo pressati andiamo in difficoltà: non reagiamo subito, la circolazione della palla è lenta e i passaggi sono “saltellanti”. Non siamo bravi come gli spagnoli che nello stretto sono micidiali. Non vedo neanche i centrocampisti che ricevono palla e si girano velocemente verso la porta. Per fortuna ci sono Italiano, Tudor, Dionisi e Andreazzoli che guardano sempre avanti e cercano il gioco veloce. Loro hanno capito dove si va".

Allegri dove va? - "Non scherziamo con Allegri, fa quello che può con i giocatori che ha. Si diceva anche di Mou e Sarri: non sono come prima. Diamo tempo a questi grandi allenatori. Ora Allegri ha un giocatore che fa davvero male e vediamo cosa succede... Se c’è da giocare, Allegri gioca. Se c’è da difendere, difende, lui è così".

Inzaghi aveva forse più varietà di gioco alla Lazio? - "Sì, perché gli altri studiano e cominciano a prendere le contromisure. Sa qual è l’ultima partita in cui ho detto: 'Ah, è così che si allena'?".

Prego - "Tottenham-City, Conte è stato fantastico: ha studiato Guardiola, ha visto che ti salta addosso e tutta la squadra si sposta verso il portatore di palla: lui li ha attirati dal suo lato e con tre cambi di campo li ha sorpresi e vinto. Soffrendo, perché contro il City soffri, è quello che ha più qualità. Ma puoi batterlo. Guardiola ordina di recuperare il pallone in 12 secondi, e poi riposare. In quei 12 secondi puoi fargli male. Così si prepara una partita".