Fabio Cannavaro, ex difensore della Nazionale Italiana ed oggi allenatore, ha parlato anche del Milan di Stefano Pioli in un'intervista rilasciata in esclusiva al 'Corriere dello Sport'.
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Cannavaro: “Il Milan di Pioli ha lanciato un messaggio al campionato”
Fabio Cannavaro, ex difensore della Nazionale Italiana ed oggi allenatore, ha parlato anche del Milan al Corriere dello Sport.
Su Napoli-Milan dove Pioli ha indirizzato il campionato: "Ha lanciato un messaggio, questo sì, ma per vincerlo c’è ancora un gran lavoro da fare. Io continuo a pensare che, vista l’evoluzione della Juventus, sarebbe un errore madornale considerare Massimiliano Allegri irrimediabilmente escluso dalla lotta; e il Napoli, che ha perso l’altro giorno, rimane in corsa. È una sfida a quattro".
Su cosa l'ha colpito del Milan: "La naturalezza con cui si cuce addosso un abito adatto alle caratteristiche altrui. Ti gioca nella maniera più idonea per soffocarti e quando ti attacca, lo fa con l’eleganza e l’atletismo di Theo Hernandez e di Rafael Leão. Al Napoli ha rubato la possibilità del palleggio".
Sull'Inter: "E un’ampiezza alla quale attingere. Però le partite vanno vinte, Simone Inzaghi lo sa bene e non è tipo da cullarsi sulle prospettive o sui pronostici. Ragioniamo alla luce di quello che esiste: per ora, Milan davanti e le altre più o meno staccate".
Sulla corsa Scudetto: "Il giochino delle percentuali non mi diverte e le variabili sono tante. La Juventus aspetta l’Inter in casa, per dirne una. Il Milan, chi l’avrebbe detto?, ha pareggiato con la Salernitana e l’Udinese e poi è andato a vincere a Napoli, contro un’avversaria che sette giorni prima era stata capace di prendersi tre punti a Roma, con la Lazio, in un finale da uomini forti. In casi del genere, che sembrano quasi estremi, sarebbe eccessivo andare a cercare una favorita, ammesso che si possa: lo Scudetto è un affare per quattro".
Sul Napoli che ha pagato la tensione del big match: "La grande attesa qualcosa ha tolto, però anche prima che cominciasse la partita dell’Olimpico si dicevano le stesse cose, memori della sconfitta con il Barcellona. Il calcio muta di settimana in settimana, ci sono picchi di rendimento e pause che non si possono prevedere. E tutto ciò proibisce di sbilanciarsi".
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