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FLORENCE, ITALY - MARCH 27: Simone Perrotta () and Umberto Calcagno of AIC attend at Italian Football Federation Federal Council Meeting at Coverciano on March 27, 2017 in Florence, Italy. (Photo by Maurizio Lagana/Getty Images)
In esclusiva alla Gazzetta dello Sport è intervenuto il presidente dell'AIC Umberto Calcagno che sulla sostenibilità del calcio italiano ha detto: “Non ci si può accusare di scarsa sensibilità nei confronti del problema della sostenibilità. Le forme di salary cap sono diverse. Siamo totalmente a favore delle regole che aiuteranno la sostenibilità. Noi sosteniamo sia il sistema di monitoraggio e controllo che si sta definendo in Federcalcio, sia quello che la Uefa farà scattare in campo internazionale. Il tema non è quello di far scappare chi vuole investire nel calcio. Per spendere, però, bisogna poterselo permettere”.
“Io penso che il sistema vada ripensato a livello di progettualità. Non è una questione di norme. La verità è che prevale una totale assenza di stabilità, c’è un continuo mordi e fuggi persino nella scelta dei dirigenti che vengono cambiati in continuazione. Si preferisce sempre la strada più facile: andare all’estero, magari sfruttando i vantaggi fiscali del decreto “crescita”, e depotenziare i vivai. La sostenibilità è fare degli investimenti. Sui vivai, sulla crescita dei giocatori selezionabili per la Nazionale, e perché no sulle seconde squadre. Perché, tranne la Juve, nessuno è riuscito a investire sulle seconde squadre?”.
“I grandi campioni sono anche quelli che generano risorse. Oggi il top player è anche la possibilità dei benefici per le società anche fuori dal campo. Però certo, sono convinto che ci sia un problema di redistribuzione delle risorse nel sistema. La ripartenza del calcio italiano intanto passa dalle persone giuste al posto giusto. Da Gravina e da Mancini. Serve un’unità di intenti, e certo servono degli strumenti di responsabilità del sistema che significano un contenimento dei costi. Però, senza polemiche, dobbiamo cercare di valorizzare meglio la nostra gioventù”. Queste le parole del presidente dell'AIC Umberto Calcagno alla Gazzetta dello Sport.
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