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Il Milan punta Botman. L'identikit dell'olandese classe 2000
Dopo l'infortunio di Simon Kjaer, out fino a fine stagione, Paolo Maldini e Frederic Massara hanno iniziato a cercare il sostituto del danese. Il profilo che più al duo mercato rossonero è quello di Sven Botman del Lille.
Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport è intervenuto Michele Santoni, attuale allenatore del Dordrecht, che in passato, dal 2009 al 2014, ha lavorato come match analyst, scout e factotum all'Ajax dove un ancor più giovane Botman iniziava la sua carriera. Ecco le sue parole
Con Botman il Milan fa un affare? - “Senza dubbio. Ha 21 anni e ha vinto la Ligue 1 da titolare, un campionato dove il Psg spende il triplo degli altri e domina. In più è mancino, un aspetto che non va sottovalutato. Lo vedrei bene in coppia con Tomori”.
Perché proprio con lui? - “Si completano. L’inglese è veloce nell’uno contro e negli spazi aperti, Botman è uno che non perde un duello aereo. Un marcatore vero. Il mio vice a Dordrecht l’ha allenato nelle giovanili dell’Ajax, e la prima cosa che mi dice quando ne parla è che è un vincente. Uno che non molla mai, tosto e solido”.
La velocità non è il suo forte, però - “È un difetto, sì. Forse è per questo che l’Ajax l’ha lasciato andare presto, senza averlo mai fatto debuttare in prima squadra. Un caso più unico che raro quando si parla di giovani in quel club. Ha incassato una decina di milioni, ma con Ten Hag non avrebbe giocato”.
Ci spieghi come mai - “È un allenatore da centrali veloci. Vuole gente che quando aggredisce ti mangia, non ti fa respirare. Sven aveva fatto un gran campionato all’Heerenveen, ma l’Ajax aveva già Martinez, Blind, Tagliafico. Farsi un altro anno nella seconda squadra avrebbe avuto poco senso, così l’hanno venduto al Lilla”.
Nelle giovanili era una stellina, però - “Botman ha avuto la sfortuna di giocare all’epoca di De Ligt, un anno più grande di lui. Tutti parlavano di quanto fosse forte, lo chiamavano già predestinato, ma resta un leader. Lo ricordo nell’Under 15. Non ha mai avuto paura di nessuno. Colpi di testa, contrasti, tackle. Ha un gran senso tattico”.
L’Italia resta l’università della difesa - “Se dovesse firmare per il Milan, Pioli dovrebbe fargli un corso accelerato di difesa a zona. Non ho dubbi però: sarebbe un colpo”.
Domanda secca. A chi somiglia? - “A De Vrij. Stessi pregi e stesso modo di difendere. Sanno entrambi di non essere degli scattisti, quindi curano già la parte tattica”.
Nella nazionale olandese è chiuso - “Tra Stefan, Van Dijk e De Ligt è tosta trovare spazio. Potrebbe avere una chance con un allenatore fissato con i mancini sul centro sinistra. Come Botman fin qui non ce ne sono, ma resta difficile”.
Chiudiamo con il Dordrecht. Come procede? - “Sono arrivato in estate, lavoro 20 ore al giorno per la squadra. Abbiamo diversi giovani. Tra loro anche un ragazzo italiano, Alessio Miceli, cresciuto nella Lazio. L’ho allenato quand’ero a Formello. A inizio anno c’erano 4 giocatori, in due settimane ne abbiamo presi quasi venti. Creiamo le fondamenta per il futuro”.
Il suo sarà sempre in Olanda o altrove? - “Qui mi sento a casa. Pensi che quando chiamo mia madre parlo in olandese, mentre lei risponde in italiano”.
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