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Dopo la sconfitta per 1 a 0 contro il Milan di Stefano Pioli, il tecnico dell'Empoli Aurelio Andreazzoli è intervenuto alle varie emittenti televisive.
Ecco le parole di Andreazzoli a Sky Sport:
Sulla partita: "Non abbiamo scelto di essere passivi nel primo tempo, ma a volte dipende anche da cosa ti fanno fare gli avversari. Ho chiesto più precisione nei passaggi in uscita, abbiamo avuto delle chance per ripartire nel primo tempo, ma abbiamo commesso troppi errori. Nella ripresa abbiamo fatto la nostra partita. Maignan ha fatto una parata miracolosa su Luperto".
Sul momento dell'Empoli: "Noi cerchiamo di interpretare sempre la partita a nostro modo. Se i comportamenti sono questi torneremo presto a vincere".
Sulla lotta per la salvezza: "Vedendo le nostre partite non si può dire che non abbiamo fame. Domenica abbiamo portato a casa un punto importante a Genova, se non hai fame non fai punti in certe partite. Riceviamo spesso i complimenti per quello che facciamo, quindi vuol dire che proponiamo qualcosa di buono".
Ecco le parole di Andreazzoli a DAZN:
La verticalità dell’Empoli un po’ offuscata: “Non credo che ci sia mancanza di fiducia. La statistica credo sia relativa alle ultime due, sono d’accordo. Domenica è stata una partita di calcio in costume più che calcio giocato. Stasera abbiamo giocato contro il Milan, contro la difesa più importante del campionato… Non puoi sperare di avere 6-7 occasioni. Bisogna avere anche la buona sorte che quelle due situazioni che crei ti possono premiare, ancora una volta abbiamo trovato un Maignan che si è superato come all’andata. Merito suo, ma noi l’occasione l’avevamo creata. Non raccogliamo molto, dobbiamo concretizzare un po’ di più”.
Sull’approccio nel primo tempo: “L’approccio dipende anche dagli avversari. Il Milan si è posto in condizione di essere aggressivo e ben messo. Noi gli abbiamo dato una manina non essendo stati precisi come lo siamo stati nel secondo tempo. Rientrare e mollare il freno a mano, che un po’ in questo stadio subentra, ed esprimerci liberamente come fatto nel secondo tempo è una situazione che mi piace. Abbiamo lottato fino in fondo, abbiamo costretto il Milan a perdere tempo… Questo qualcosa vuol dire e per me vuol dire molto perché so che i ragazzi non mollano mai”.
Come si crea identità e mentalità - “Parte da lontano, non è che arrivi al sabato e dici alla squadra di entrare in campo e giocare come se fossimo padroni. Il lavoro da fare è tanto, soprattutto con una squadra che non ha esperienza di questa categoria. Siamo partita da perfetti sconosciuti, devi dare quel modo di interpretare le cose che parte nel far entrare ogni giorno le stesse convinzioni. È un lavoro quotidiano, da fare senza tentennamenti. I ragazzi si accorgono subito se hai dentro questo desiderio o sono frasi fatte. Se sei credibile poi i ragazzi ti vengono dietro. Abbiamo 25 calciatori che possono giocare tutti, ne cambiamo 4-5 tutte le domeniche e tutti rispondono nel modo che ci auspichiamo”.
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