MILANO - Ospite degli studi di Sky Sport, Massimiliano Allegri, ex allenatore di Milan e Juventus, ha rilasciato una lunga intervista: "Sono due società agli antipodi. Berlusconi si è presentato e faceva lo showman, mentre alla Juventus gli Agnelli sono sempre stati dei lavoratori con la Fiat, per loro doveva essere la prima in Italia. Alla Juve c'era il segno del sacrificio, un DNA più operaio. Il Milan, invece, ha il DNA dello spettacolo. Quando sono arrivato io sulla panchina rossonera, la vittoria dello Scudetto mancava ormai da sette anni, anche se la squadra aveva comunque vinto in Europa. Conquistare il campionato con il Milan, nel 2011, è stata una soddisfazione enorme".
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Allegri: “Ibra? Se avesse fatto il centravanti anche 10 anni fa…”
Parla l'ex allenatore rossonero.
SUI GIOCATORI TECNICI - "Impazzisco per i giocatori di grandissima qualità, come Ronaldinho, che faceva passare la palla dove nessuno ci sarebbe mai riuscito. Come lui anche Cassano. Poi anche Robinho e Seedorf: erano dotati di una tecnica incredibile. A volte Robinho teneva la palla trentacinque secondi di fila. Ibrahimovic? Se avesse fatto il centravanti anche dieci anni fa, avrebbe potuto segnare molti più gol. Invece quel testone non voleva prendere le botte...".
SUL SUO FUTURO - "Onestamente non so ancora nulla, però al termine di questa stagione vorrei tornare ad allenare, perché è ciò che amo fare e sto bene quando sono in panchina. Un ritorno alla Juventus? No, c'è già Andrea Pirlo".
SULL'ESPERIENZA ALLA JUVE - "Sono stati cinque anni belli e intensi, ricchi di successi, nei quali mi sono trovato davvero benissimo. L'epilogo è arrivato in maniera abbastanza naturale. Cos'è successo con Andrea Agnelli? C'è stata semplicemente una diversità di vedute. Non sapevo assolutamente di Maurizio Sarri. Non ce ne siamo nemmeno resi conto, è stata una separazione spontanea. La scelta è stata del Presidente ovviamente, ma con lui sono rimasto comunque in ottimi rapporti".
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