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Demetrio Albertini, ex calciatore del Milan
MILANO - Dopo la sconfitta della formazione di Stefano Pioli contro il Napoli e in vista del match di giovedì sera di Europa League contro il Manchester United l'ex centrocampista del Milan Demetrio Albertini ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport.
Che cosa è meglio fare in questi casi nello spogliatoio di Milanello? - “Continuare a puntare al massimo obiettivo, cioè allo scudetto. È assolutamente normale che in un campionato ci siano momenti così, ma le squadre forti sono quelle che sanno gestire i momenti negativi. I gruppi veri si costruiscono nelle difficoltà”.
C’è una vera motivazione tecnica che può spingere ancora il Milan in vetta? - “Indipendentemente da quello, è necessario guardare avanti perché se ti volti indietro può subentrare la paura. Devi continuare a sognare il titolo per due motivi: primo per non avere rimorsi alla fine, è possibile che l’Inter inciampi in un paio di partite, non mi pare che contro Atalanta e Torino abbia dominato gli avversari. Se rallentasse un po’, sarebbe ancora peggio per il Milan non averci provato. Secondo perché se punti in alto hai più stimoli, sai di giocarti il traguardo più importante che c’è”.
La difficoltà rossonera in realtà dura da un po’ in questo 2021 altalenante. Ha davvero fiducia nella ripresa? - “Sì perché, risultati a parte, non vedo una squadra in crisi di gioco. Ha giocato partite eccellenti, l’ultima la settimana scorsa a Manchester. Può succedere che i risultati non ti premino e al Milan è successo tutto insieme: ma resta secondo meritatamente, è stato e può essere ancora la sorpresa positiva. E poi, ripeto, è in queste situazioni che si costruiscono le vere squadre e i veri giocatori: è un momento formativo, da qui può davvero nascere un grande gruppo”.
Occhi puntati sull’Inter ma, guardandosi alle spalle solo per un attimo, Pioli deve temere la concorrenza di quali squadre? - “Mancano ancora tante partite in un contesto indecifrabile come non mai. Tra infortuni, squalifiche, recuperi Covid, stanchezza, tutto può succedere. Dietro sono tutte lì: la Juventus non mi stupisce, Roma e Napoli sono rimaste in zona. Il momento decisivo arriva ora, in primavera”.
Che cosa ha in più il Milan delle concorrenti? - “Ha giocatori che ultimamente si sono valorizzati molto, penso a Kessié e Calhanoglu. Calabria che ha fatto un salto di qualità notevole in questa stagione. E poi gli assenti, che ovviamente hanno pesato in questa fase, rientreranno: Bennacer è importantissimo, Ibra non ha alternative. Anche se chi ha giocato al loro posto ha risposto bene, facendo capire che la vera forza è avere un gruppo maturo”.
Tonali è ancora troppo giovane per guidare una squadra simile? - “Lo vedo troppo timido. Credo possa diventare un giocatore importante nella storia del club e glielo auguro. Ha un talento super ed è giovanissimo: deve solo avere più personalità”.
Tra due giorni la possibilità di riscatto in Europa nel ritorno contro lo United: vale lo stesso discorso, puntare al massimo? - “C’è da incanalare lo sconforto dopo la sconfitta con il Napoli, lo stato mentale è determinante. A me hanno sempre insegnato a puntare all’obiettivo più ambizioso, a costo di gestire dopo la delusione di non avercela fatta. Ma il Milan può farcela benissimo, ha già fatto all’andata un’ottima prestazione. Oggi sa come fare e da dove poter ripartire”.
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