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Il Presidente del Barcellona Joan Laporta
NO - "Ho parlato con il proprietario della Roma e il proprietario del Marsiglia, che sono miliardari americani e hanno dichiarato pubblicamente che non si sarebbero mai iscritti a un campionato del genere perché rispettano i tifosi e la tradizione dei loro club. È ingiusto dire che i proprietari americani sono diversi, anche se è vero che il loro sistema sportivo è diverso. Cosa succederà ora? Parleremo di calcio, ma nelle riunioni deciderò chi far sedere vicino a me. Così posso mettere qualcuno un po' più lontano. Se questi club vorranno giocare ancora nelle nostre competizioni, dovranno avvicinarsi a noi e dovremo valutare cosa è successo, ma non voglio entrare nei dettagli, poiché stiamo ancora parlando con il nostro team legale. Direi che i club inglesi hanno preso un'ottima decisione e ne terremo conto, hanno ammesso il loro errore e hanno capito di aver sbagliato. Tutti commettiamo degli errori. In un certo senso sono rimasto deluso da tutti, ma devo dire che forse il Barcellona è quello che mi ha deluso meno. Laporta è stato eletto da pochissimo tempo e gli ho parlato due o tre volte. Era sotto forte pressione a causa della situazione finanziaria che ha ereditato. Questo succede quando paghi più del dovuto alcuni giocatori e non ottieni un risultato. Prendiamo il Bayern Monaco: non ha debiti e ha vinto la Champions League. Sono stato in costante contatto con il direttore generale del Bayern, Karl-Heinz Rummenigge, e il direttore generale del Borussia Dortmund, Hans-Joachim Watzke. Mi hanno aiutato molto, così come il presidente Nasser Al-Khelaifi, che a rigor di logica sarebbe dovuto essere uno dei primi a prendere parte alla Superlega". Così il presidente della UEFA Aleksander Ceferin ai microfoni di 4ur.
Così Joan Laporta, ai microfoni di TV3, ha rotto il silenzio del club blaugrana e ha spiegato i perché che hanno portato il club catalano ad aderire al progetto della Superlega europea: "Dobbiamo mantenere una posizione prudente. La Superlega è una necessità, ma l'ultima parola spetterà ai nostri partner. Dovrà essere una competizione attraente, basata su meriti sportivi. Noi difendiamo i campionati nazionali e siamo aperti a un dialogo con la UEFA. Abbiamo bisogno di più risorse per rendere il calcio un grande spettacolo e penso che ci sarà un'intesa. Ci sono state pressioni su alcuni club, ma la proposta è ancora valida. Facciamo investimenti molto importanti, gli stipendi sono altissimi e tutte queste varabili devono essere tenute in considerazione, insieme ai meriti sportivi".
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