MILANO - Ai microfoni di MilanNews.it è intervenuto l'ex agente Oscar Damiani. Ecco le sue parole:
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Damiani: “Milan non mi aspettavo francamente che lottasse per i primi posti”
Ecco le parole di Oscar Damiani a MilanNews.it
Partendo dalla cronaca recente la vittoria del Milan a Firenze ha dato risposte più importanti sul piano tattico o sul piano caratteriale? - "Entrambe le cose vanno di pari passo, poi ha recuperato da una situazione di svantaggio e questo sicuramente dà morale. Poi quando hai un campione come Ibrahimovic in campo probabilmente tutti i giocatori si sono sentiti più forti. E' altrettanto vero che la squadra ha fatto bene anche senza di lui quindi bisogna dare meriti sia alla società che allo staff tecnico di Pioli che hanno dato certezze alla squadra. E in campo si vede"
Ripensando alla stagione del Milan e come si era presentata questa squadra ai blocchi di partenza, si aspettava una stagione così da parte del Milan? - "Sinceramente no. Pensavo che la squadra avesse potesse fare una bella stagione e un bel campionato ma vederla lottare per i primi posti non me lo aspettavo francamente. Sono dell'avviso che quando c'è una società forte, tutto il resto viene di conseguenza. Il Milan ha una società forte e una proprietà coinvolta nelle scelte e nella programmazione. Questo permette di instaurare un rapporto con la squadra e con lo staff tecnico che porta a grande risultati."
Ha menzionato la dirigenza di cui fa parte Paolo Maldini. Si aspettava questa prontezza decisionale da parte della leggenda rossonera? - "Paolo è una persona intelligente. Ha voluto che la situazione fosse chiara e da questo presupposto sono arrivati i risultati. Non bisogna pensare che tutto il lavoro sia fatto ma il gruppo squadra giovane è interessante. Complimenti al lavoro dello staff tecnico e di Maldini che si è preso responsabilità e scelte che hanno pagato".
Tra i protagonisti del Milan c'è Zlatan Ibrahimovic. Ha ricordo di un giocatore così determinante alla sua età? - "Francamente no. Forse bisogna andare tanti indietro ed è inutile fare paragoni. Ibrahimovic è unico. Ha una fisicità imponente e ha un carattere incredibile. Anche se ogni tanto si lamenta, lo fa per riprendere i compagni a fin di bene e per cercare di motivare una squadra. I risultati si vedono"
Prima calciatore poi procuratore vicino per tanti anni a Galliani e alla dirigenza rossonera. Per lei il Milan e lavorare con il Milan cosa ha significato? - "Prima di tutto da ex Milanista nel tempo sono diventato quasi tifoso anche se nel mio lavoro bisogna rimanere imparziali. Sono stato molto vicino a Galliani e Braida e ho avuto grandi soddisfazioni. Il Milan ha fatto un lavoro sulla Francia incredibile. Le scelte erano sempre condivise tra Galliani e Braida con quest'ultimo che veniva a vedere tantissime partite con me. Dirigenti come Ariedo è difficile trovarli. Oggi si lavora di più da remoto e con i video mentre una volta si lavorava sul campo. Era anche più bello".
Lei è stato uno degli uomini capaci di portare due dei più grandi attaccanti della storia del Milan: Weah e Shevchenko. A distanza di anni può rivelarci qual qual è stato il passo decisivo per il loro approdo in rossonero? - "Sono passati tantissimi anni però il merito è della dirigenza. Io ho contribuito in minima parte, forse più con George perché ero suo agente. Shevchenko l'ho seguito in Italia quando era già qui ma le scelte sono direttamente loro. Io ho cercato di dare piccoli contributi a questi grandi acquisti. Grandi meriti vanno a Braida che aveva l'occhio per scegliere determinati giocatori. Per fare un esempio: il Milan cercava un centrocampista, Desailly giocava stopper e Braida disse a Capello che Marcel aveva le qualità anche per giocare a centrocampo. Questa è la bravura di un dirigente".
Da conoscitore del calcio francese il suo giudizio su Kalulu? - "E' molto bravo. E' un ragazzo che si sta applicando molto. Nonostante la poca esperienza, quando ha giocato ha fornito grande prestazioni e ha mostrato ottime qualità. Lui e Tomori sono ragazzi che stanno facendo ottime cose nonostante la giovane età e la poca esperienza".
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