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Non era mai successo che per due volte di fila l'Italia non prendesse parte ai Mondiali. Neanche 9 mesi fa capitan Chiellini alzava al cielo la coppa nella notte di Wembley. La spedizione di Mancini, di un'intera nazione, in terra inglese era stata liberatoria. Nelle urla di festa si avvertiva quella sensazione di rivalsa e soddisfazione per aver sconfitto l'incubo vissuto con la Svezia quattro anni prima. Aveva scacciato definitivamente quei demoni che erano stati maledizione e motivazione al tempo stesso nella cavalcata della scorsa estate.
Eppure siamo di nuovo qui, 1592 giorni dopo, e quel demone è tornato. Siamo nella storia ma dalla parte sbagliata, in compagnia di sole tre squadre (Cecoslovacchia, Daminarca e Grecia) a non centrare la qualificazione ai Mondiali dopo aver vinto la competizione europea. All'indomani della partita persa con la Macedonia del Nord la sconfitta fa ancora più male e dentro c'è tutto. Fa ancora più male perché a mente fredda si è più lucidi, razionali ed il dolore resta lo stesso vissuto al momento del triplice fischio. Difficile dire cosa è mancato ieri sera perché probabilmente è mancato tutto. Nella serata di Palermo è mancato il gol, questo è certo. Al termine della gara le statistiche parlano chiaro: l'Italia domina ma non incide. Delle 32 conclusioni tentate abbiamo centrato la porta solo 5 volte. E la fotografia più nitida è quella di Domenico Berardi che spara a salve, di piatto, col portiere fuori dai pali.
È mancata convinzione, è mancata quella fame e quel senso del gruppo che ci avevano contraddistinto e permesso di vincere l'Europeo. La Macedonia calcia in porta solo due volte in tutta la partita dominata dagli azzurri ma al triplice fischio è 0-1. A decidere la partita al Renzo Barbera ci ha pensato Alexander Trajkovski, in quella che è stata casa sua per quattro stagioni. Lo stesso Trajkosvki che il 6 ottobre del 2017, in occasione di un altro Italia-Macedonia, ci aveva condannato a giocare gli spareggi decisivi contro la Svezia. E ieri lo ha fatto di nuovo ma agli spareggi ci stavamo già.
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