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Laura Giuliani, nuovo portiere del Milan Femminile
Chiusa la stagione della Serie A femminile, presto si accenderanno le luci su un grande evento. Dal 20 luglio infatti prenderà il via il Mondiale femminile in Australia e Nuova Zelanda, che vedrà protagonista anche l'Italia di Milena Bertolini. Intervistata da Il Sole 24 Ore, Laura Giuliani ha raccontato le emozioni a un mese dall'inizio. Le parole del portiere del Milan: "Una competizione di questo livello è da accogliere come un’occasione di crescita personale incredibile, non solo come una sfida sportiva. E’ l’opportunità per cercare di portare noi stesse a un altro livello di crescita, come giocatrici e come persone. I Mondiali sono eventi che non ti permettono solo di portare a casa nuove e accresciute competenze tecnico-tattiche, ma anche una maturità psicologia e mentale. Questa è una cosa che mi è molto cara".
Il confronto rispetto all'edizione di 4 anni fa: "Rispetto a Francia 2019 siamo tutte cresciute, abbiamo un percorso importante e abbiamo una consapevolezza diversa. Quel Mondiale ha rappresentato per noi un punto di svolta importante, perché è da lì ha avuto avvio la crescita del nostro movimento. Da allora ci siamo portate dietro l’entusiasmo che abbiamo avuto attorno. D’altra parte, però, sono passati 4 anni e quello è il passato. Rimanere nel passato non aiuta, perché non ti permette di andare oltre. Noi invece vogliamo scrivere una nuova pagina della nostra storia".
La leadership è importante nel suo ruolo di portiere: "Non si può essere di riferimento per qualcuno se non lo sei prima di tutto per te stesso. Io comunico con le mie compagne, perché se loro fanno bene il loro lavoro io non ho da fare. La partita perfetta per me è quella in cui io esco dal campo senza aver avuto molto da fare, perché vuol dire che le mie compagne hanno potuto muoversi sapendo che io ero dietro a parar loro le spalle. Esserci nel momento in cui serve ma di base supportare le compagne in tutto quello che vogliono fare. La leadership viene esercitata quando qualcuno sa che cosa può offrire alla squadra e agli altri e lo mette a disposizione e allo stesso tempo gli viene riconosciuto dagli altri".
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